Per l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, Osce, le elezioni  tenutesi domenica in Kazakhstan non hanno rispettato i principi democratici. L’organismo internazionale finora non ha mai riconosciuto come democratico un voto in Kazakhstan.

Nel documento dell’ Osce si legge: “Nonostante le ambizioni del governo di rafforzare il processo democratico, le legislative del 15 gennaio non hanno ancora rispettato i principi fondamentali di una elezione democratica”.

“I risultati elettorali possono essere descritti come una ‘elezione orchestrata’: pluralismo e diversità di opinioni non sono state rispettate”, ha spiegato Miklos Haraszti, rappresentante degli osservatori dell’Osce/Odihr.

“Il voto non ha soddisfatto gli standard democratici internazionali non solo nel giorno del voto, ma fin dall’inizio. La campagna elettorale si è svolta in un clima strettamente controllato tra restrizioni alla libertà di assemblea ed espressione delle opinioni, dibattito elettorale censurato, pochissimo spazio all’opposizione sulle tv, competizione limitata. Le elezioni, hanno concesso gli osservatori, sono state ben organizzate e alcuni cambiamenti legislativi sono stati introdotti per permettere almeno a un secondo partito di entrare in parlamento, ma le promesse del presidente Nazarbaiev su un voto aperto non si sono avverate. C’è ancora molta strada da fare, ma speriamo che il governo e il potere vogliano
percorrerla insieme a noi” ha commentato Joao Soares, capo della delegazione dell’Assemblea Parlamentare Osce.

Si tratta delle elezioni legislative anticipate per il rinnovo della Camera bassa, Majilis, che si sono svolte la scorsa domenica in Kazakistan e hanno visto come previsto la schiacciante vittoria del partito Nur Otan del presidente kazaco, Nursultan Nazarbayev, che ha ottenuto l’80,74% delle preferenze.

Sulla regolarità delle operazioni, in questa tornata elettorale, hanno ‘vigilato’ circa mille osservatori tra i quali anche alcuni parlamentari italiani. Si tratta di Laura Froner, Pd, Teresio Delfino, Udc, Giuseppe Berretta, Pd, guidati dal capodelegazione Enrico Pianetta, Pdl.

Comunque sia il voto di domenica scorsa ha introdotto una grossa novità nel Paese asiatico: la nascita del primo parlamento multipartitico.

Anche altri due partiti infatti, hanno superato la soglia del 7%.

Oltre ai parlamentari del  partito Nur Otan in Parlamento siederanno anche una rappresentanza del partito democratico kazako Ak Zhol, che ha
ottenuto il 7.46% e del partito comunista kazao che ha raggiunto il 7.2%.

In lizza vi erano anche altri 4 partiti che però, non hanno raccolto abbastanza consensi da superare lo sbarramento. Il risultato da loro raggiunto li distacca in maniera pesante dagli altri 3.

Gli altri 4 partiti candidati, hanno infatti, raggiunto risultati molto inferiori al 7%.

Al partito democratico ‘Adilet’ sono andati il 0,66% dei voti, mentre l’0,89% al partito dei Patrioti, l’1,46% all ‘Aul’ e l’1,59% al partito dei socialdemocratici ‘Azat’.

Questi sono però, risultati relativi al definitivo conteggio delle schede. Un risultato che quindi, non è ancora stato ufficializzati secondo i protocolli di legge. L’ufficializzazione del voto arriverà entro mercoledì prossimo.

Finora il Parlamento è stato sempre monopolizzato dal ‘Nur Otan’ il partito al potere nel Paese.

Il voto di è svolto in un periodo in cui il Paese vive una forte crisi politica e sociale. Nell’ex repubblica sovietica dell’Asia centrale ricca di idrocarburi da mesi si registra di un’ondata di violenze con scontri tra manifestanti e forze di sicurezza.

Per cui il voto ha assunto anche una forte connotazione come lo denota l’affluenza alle urne che è stata del 75,7%. Hanno votato 6.980mila cittadini su 9.300 mila aventi diritto.

“Questi risultati indicano che il nostro programma, e tutto il lavoro fatto finora, sono supportati dalla gente, che continua quindi a dare fiducia al nostro partito”, ha affermato il presidente kazaco, Nazarbaiev commentando il plebiscito ottenuto dal suo partito il ‘Nur Otan’.

Ovviamente la dichiarazione del premier kazaco non ha trovato tutti d’accordo. Sono in molti nella repubblica ex sovietica a considerare il partito Ak-Jol troppo vicino al business e che si mostra  come forza di opposizione ma  in effetti è vicino al potere, mentre i comunisti kazachi sono filo regime.

Una realtà questa, che ha spinto il segretario del partito socialdemocratico ‘Azat’, Amirkhan Kosanov a definire il risultato del voto di domenica scorsa come il frutto di brogli. Di fatto il segretario del partito socialdemocratico kazaco ha voluto dire che i risultati elettorali sono stati programmati in anticipo. Kosanov si è detto infatti, convinto che l’ingresso dei due nuovi partiti in Parlamento non sia altro che l’esecuzione
di un ordine arrivato direttamente dal palazzo presidenziale.

Ferdinando Pelliccia