Da non crederci! Non arriverà nemmeno oggi l’equipaggio della Savina Caylyn. Il previsto arrivo è stato posticipato a domani, forse. I 22 lavoratori del mare ex ostaggi dei pirati somali sono di due nazionalità. Cinque sono italiani, Giuseppe Lubrano Lavadera, Crescenzo Guardascione, Gian Maria Cesaro, entrambi Campani, i primi due di Procida e l’altro di Piano di Sorrento, Antonio Verrecchia, laziale di Gaeta, ed Eugenio Bon, di Trieste. Diciassette sono invece, indiani provenienti da diverse parti del Paese, Modak Mudassir Murad, Puranik Rahul Arun, Nair Hari handrasekharan, Balakrishnan Bijesjh, Kalu Ram, Kamalia Jentilal Kala, Tamboo Ahmed Hussein, Nantumuchchu Gurunadha Rao, Solanki Jitendrakumar Govind, Nevrekar Asgar Ibrahim, Fernandes Prinson, Fazil Sheik, Rabbani Ghulam, Palav Ganesh Babaji, Abrar Abdul Qadir, Cardozo Pascoal Michael, Jetwa Denji Keshav. Dopo tre settimane dal rilascio, avvenuto lo scorso 21 dicembre, ancora l’ennesimo rinvio si determina per il loro rientro. Non solo sono stati raggiunti così gli 11 mesi esatti dal sequestro, battendo ogni record occidentale, ma praticamente non esiste una festa, che ai marinai della Savina, sia stata risparmiata in un anno. Sequestrati nelle vicinanze di Carnevale, hanno passato in cattività anche: i 150 anni dell’Unità d’Italia, Pasqua, 25 Aprile, Primo Maggio, 2 Giugno, Ferragosto, Ognissanti, 8 Dicembre, Natale, Santo Stefano, Capodanno e, crepi l’avarizia, anche l’Epifania. Ora che accadrà? Dovremo aspettarli al ballo di carnevale? Forse mascherati riusciranno a riabbracciare le loro famiglie visto che l’ennesimo  impeachment riguarda, pare, problemi con i documenti. Ma suvvia, un po’ di cuore, un aereo di Stato come è stato fatto in passato, non sarebbe stata una cattiva idea! Che si dovrà ancora pretendere da questi Fratelli d’Italia?

Daniela Russo