Costa Concordia – foto: © Guardia Costiera

Condizioni meteo proibitive in vista per l’Isola del Giglio. Probabile sospensione delle ricerche dei dispersi: si prevedono onde alte anche oltre un metro. Costa ha dichiarato la propria disponibilità per le conciliazioni e il risarcimento dei danni ai naufraghi.
L’inchiesta: dubbi dei magistrati anche sulla manovra di accostamento finale al Giglio, dove poi si è arenata la nave. Schettino: “ho dato ordine di gettare le ancora per virare a dritta nel minor tempo possibile e dirigere la prua nelle vicinanze della costa, per evitare il naufragio in mare aperto.”

Condizioni meteo in peggioramento
Peggioreranno notevolmente le condizioni meteo marine nella zona dell’isola del Giglio, dove venerdì sera si è consumata la tragedia del Costa Concordia, la nave da crociera della Costa Crociere, che ha urtato uno scoglio in prossimità della costa, a causa di un gravissimo errore del comandante, Francesco Schettino, per poi arenarsi davanti al porto del Giglio. Queste mutazioni del tempo, necessariamente bloccheranno le ricerche delle 21 persone che mancano all’appello. Si prevedono infatti onde alte anche 1,5 metri e il moto ondoso potrebbe mettere in seria difficoltà, la già precaria stabilità del relitto, che ricordiamo poggia sul lato destro in prossimità degli scogli adiacenti il porto della piccola isola toscana, su uno scalino. Dove attualmente è arenata la Concordia, la profondità delle acque è di 38 metri; poco più in là, a ridosso della parte sinistra della nave, la profondità è di oltre 70 metri. La paura è che l’imbarcazione, in balia delle onde, possa scivolare verso la profondità maggiore e affondare totalmente. Da qui la precauzione di non fare avvicinare gli operatori dei soccorsi, per evitare eventuali conseguenze. Le condizioni meteorologiche  non saranno migliori nel week end, quando in teoria dovrebbero iniziare le operazioni per il recupero del carburante dai serbatoi della nave. Il rischio di un disastro ambientale, incombe nel comprensorio del Giglio e dell’intera costa Toscana.

Risarcimenti e conciliazioni
Intanto si apprende che la Costa Crociere si è detta pronta a risarcire le vittime del naufragio.
Ecco quanto si legge in una nota, pubblicata da Costa Crociere:
« Costa Crociere conferma che sta contattando tutti gli ospiti coinvolti nel triste incidente di Costa Concordia per assicurarsi sull’avvenuto rientro, sul loro stato di salute e per confermare loro il rimborso della crociera e di tutte le spese materiali ad essa collegate. Costa Crociere ribadisce inoltre il dialogo con i propri ospiti e con tutte le Associazioni che tutelano gli interessi dei consumatori, con il supporto delle associazioni di categoria per determinare gli indennizzi relativi ai disagi sostenuti. Costa Crociere riafferma, oltre all’impegno ed alla cura dedicata costantemente e quotidianamente alla sicurezza, l’attenzione al rapporto con i propri ospiti, che rappresentano, da oltre sessant’anni, il suo più importante Patrimonio. Costa Crociere rinnova il proprio cordoglio per le vittime e la propria vicinanza ai famigliari delle stesse.»

L’inchiesta
Per quanto riguarda l’inchiesta in corso sulle cause del naufragio, i magistrati stanno verificando l’intera catena di comando per accertare se possa esserci altro personale coinvolto nelle scelte fatte in quei frangenti, oltre a Schettino.
Si apre un altro fronte: la manovra di avvicinamento e il conseguente incagliamento al Giglio.
Secondo la ricostruzione del comandante Schettino, lui stesso avrebbe ordinato una virata a dritta di 180 gradi, per tornare indietro e dirigersi verso la costa del Giglio ed evitare che la nave naufragasse in mare aperto; per fare questo nel minor tempo possibile, Schettino avrebbe ordinato di gettare le ancore, per fare perno e consentire una rapida virata. I magistrati nutrono dei forti dubbi su questa versione, e hanno chiesto al nucleo subacqueo dei Carabinieri di ispezionare le ancore, per vedere se le stesse siano state utilizzate in movimento (come dichiarato da Schettino) oppure se siano state calate quando la nave era già ferma davanti il porto del Giglio. Si indaga anche per capire cosa si siano detti il comandante e il responsabile delle emergenze della Costa Crociere al telefono. Del resto non si capisce per quale motivo l’ordine di abbandonare la nave sia stato dato in maniera tardiva: se il comandante ha effettuato la manovra per evitare il naufragio in mare aperto, sta a significare che era cosciente del fatto che l’imbarcazione stava per affondare. Perché allora, ci sono voluti almeno altri 45 minuti, dal momento in cui l’imbarcazione si è arenata, al momento in cui è stato dichiarato l’abbandono nave? Uno dei tanti interrogativi di questa tragica storia, a cui la magistratura dovrà dare una risposta.
La Regione Toscana, intanto, ha fatto sapere che in merito a questa vicenda, si costituirà quale parte offesa nel procedimento penale contro i responsabili della tragedia del Giglio.