Maxi Lopez è un giocatore del Milan. Dopo un’attesa sfibrante per chiunque, fatta di quattro giorni di tappe tra Hotel, ristorante e sede del Milan, il giocatore del Catania si è liberato dalla sua prigione, comunque dorata, ed è diventato un giocatore del Milan, firmando un contratto che lo lega fino al 2015 con la squadra più titolata al mondo. Il tecnico della squadra siciliana, Montella, aveva parlato di una situazione “irreale” e mai vista “da quando sto nel calcio”. In effetti, non ci risultano precedenti di giocatori parcheggiati sotto casa in attesa di un sospirato “si”, ma come dicevamo, si trattava di una prigione dorata, non di alberghetti a ore e di locande per viandanti. Il calcio di oggi vive di mail, fax, e quasi non è più necessario fare continuamente voli transoceanici.
Tramontata l’estenuante trattativa per Tevez, dopo l’ennesimo colpo di scena dovuto a un rilancio last minute da parte del City, ecco dunque Maxi Lopez in rossonero.
L’argentino 27enne realizza il suo sogno e il Milan accoglie il sesto attaccante (dopo Ibrahimovic, Pato, Inzaghi, Robinho, El Shaarawy), utilissimo, visti i forfait ripetuti del Pato Paperino con i muscoli di seta, e utilizzabile anche in Champions League, al contrario dell’ “apache” Tevez.
Ma chi è Maxi Lopez, da dove viene e cosa può dare al Milan? Il suo viaggio europeo inizia a Barcellona nel gennaio 2005, dove vive momenti esaltanti, con la vittoria di due Champions e due campionati, ma dove subisce anche l’infortunio più brutto della sua carriera. Poi va al Maiorca, quindi alla FK Mosca e poi un ritorno in Sudamerica, al Gremio (qui realizza il primo “score” importante 12 gol in 25 partite). Arriva in Italia nel 2010, al Catania, dove realizza 22 gol in 66 presenze.
La “Galina de oro”, com’è stato soprannominato per la sua capigliatura bionda e folta, è un centravanti abile nell’aprire gli spazi alla seconda punta e nel gioco di testa, anche se, come visto, non segna valanghe di gol. Chissà se il Milan ha trovato un attaccante dalle uova d’oro. Dal papero, alla gallina viene da dire, visti i rapporti non più idilliaci, anzi tesi, tra Pato e il Milan (tifosi compresi) verso un addio che sembra solo rinviato.

Danilo Stefani