La conversione in legge del decreto sulle liberalizzazioni, approvata dal Parlamento il 22 marzo, ha fatto emergere un punto controverso, per il quale si è ritenuto necessario intervenire con alcune misure correttive. Il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri recepisce quindi l’ordine del giorno firmato dalle forze di maggioranza alla Camera, ecco i punti di interesse

– In adempimento all’ordine del giorno si prevede l’introduzione di meccanismi di monitoraggio dell’accesso al credito, con particolare riguardo alle PMI. La misura viene incontro all’esigenza avvertita nel tessuto produttivo, e in particolare da parte delle piccole e medie imprese, di rendere più efficienti le procedure di erogazione dei finanziamenti da parte delle banche.

A tale scopo, si è delineato un tipo di verifica non invasiva su questa fondamentale attività bancaria, prevedendo l’istituzione di un ufficio pubblico, tecnicamente qualificato. L’osservatorio, che si avvarrà delle strutture ministeriali già esistenti, eserciterà le seguenti competenze: a) può attivarsi per richiedere, se ve ne sono gli estremi, un riesame da parte della stessa banca di sue decisioni negative; b) può formulare raccomandazioni volte a migliorare i processi di verifica del merito del credito, in relazione agli specifici contesti in cui operano le singole filiali; c) può segnalare all’Autorità per la concorrenza ipotesi di intese o pratiche concordate, se ne riscontra gli indizi. Sono stati inoltre disciplinati il potere di richiedere informazioni alle banche e la possibilità di avvalersi della collaborazione della Banca d’Italia. Quest’ultima Istituzione partecipa di diritto all’osservatorio, a garanzia del fatto che la collaborazione possa essere proficua e che le competenze a essa riservate dalla legge non siano in alcun modo ostacolate dal nuovo organismo, con il quale anzi dovrebbe agire in piena sintonia avendo quest’ultimo compiti complementari a quelli di vigilanza prudenziale in senso stretto.

L’altra amministrazione membro è il Ministero dello sviluppo economico, per evidenti ragioni connesse alle sue competenze istituzionali. L’Associazione bancaria italiana e le altre associazioni di categoria possono partecipare all’osservatorio, senza diritto di voto, con funzioni informative e di rappresentanza degli interessi.

– La nullità di clausole nei contratti bancari. La misura originaria stabiliva la nullità di tutte le clausole che prevedono commissioni a favore delle banche a fronte della concessione di linee di credito, della loro messa a disposizione, del loro mantenimento in essere, nonché del loro utilizzo. Ciò anche nel caso di sconfinamenti in assenza di affidamento, ovvero oltre il limite del fido. Con le modifiche introdotte dal decreto legge si intende limitare la nullità alle sole clausole (del medesimo tipo) che siano stipulate in violazione delle disposizioni applicative in materia di remunerazione degli affidamenti e degli sconfinamenti, adottate dal Comitato interministeriale per il credito e il risparmio ai sensi del decreto legge “Salva Italia” che prevede un tetto massimo per queste commissioni dello 0,5% trimestrale.

“I partiti di maggioranza hanno fatto a gara per asciugare le lacrime dei vertici dell’Abi, con il benestare del Governo che ha approvato l’ennesimo, vergognoso decreto salva-banche: le commissioni bancarie che erano uscite dalla porta rientrano dalla finestra”. Lo afferma il Capogruppo dell’Italia dei Valori in Commissione Finanze al Senato, Elio Lannutti.

“I prestiti bancari – aggiunge  – sono già ben retribuiti da tassi di interesse ai limiti dell’usura, ma evidentemente i tecnici hanno ceduto ai ricatti dei banchieri che continuano a ricevere ‘paccate’ di miliardi della Bce. Ripristinare le commissioni bancarie, con la sola preghiera di trasparenza per gli istituti di credito protetti dalla mancata vigilanza  di Bankitalia, è l’ennesimo schiaffo alle famiglie e alle imprese strozzate dal mancato accesso al credito e da costi di gestione dei conti correnti tra i più alti d’Europa. Se l’Abi canta vittoria, ancora una volta sono le forze produttive del Paese ad essere messe in ginocchio da Governo e maggioranza che – conclude Lannutti – trovano sempre il modo di tutelare i poteri forti e inasprire le vessazioni a danno dei consumatori”.

Naturalmente tutti i firmatari si renderanno responsabili delle conseguenze di questo bel regalo, l’ennesimo regalo!

D.R.