Una “solida” azione di cooperazione nazionale ed internazionale contro il terrorismo nucleare, che è “una delle più gravi minacce alla sicurezza mondiale”: è l’impegno dei 53 Capi di Stato e di Governo, contenuto nella dichiarazione approvata alla conclusione del secondo summit sulla sicurezza nucleare di Seul. L’Italia, con l’intervento del premier Mario Monti, ha sostenuto la necessità di favorire le sinergie fra la sicurezza nucleare legata agli atti terroristici o dolosi e quella relativa agli incidenti negli impianti civili con l’obiettivo prioritario della protezione della popolazione e dell’ambiente.

“Superare” la minaccia del terrorismo nucleare – si afferma nella dichiarazione a conclusione del summit di Seul – “ richiede un intervento forte a livello di cooperazione nazionale e internazionale a causa delle sue potenziali conseguenze politiche, economiche, sociali e di natura psicologica”. E’ stato anche riaffermato, con gli obiettivi di disarmo nucleare, non proliferazione nucleare e uso pacifico dell’energia nucleare, il principio che “le misure di rafforzamento della sicurezza non ostacoleranno i diritti degli Stati di utilizzare il nucleare per fini pacifici”.

Monti, che ha avuto un “caloroso” scambio di battute con il presidente Usa Barack Obama, poco prima dell’avvio della riunione plenaria del summit e colloqui con il presidente cinese Hu Jintao,il premier spagnolo Mariano Rajoy, il presidente russo Dmitri Medvedev e il presidente coreano Lee Myung-Bak, ha sottolineato che “e’ importante che i sistemi nazionali di regolamentazione e controllo in ambito nucleare abbiano una configurazione che favorisca le sinergie tra gli aspetti di safety e di security in modo tale che le misure da attuare nei due casi siano coordinate e compatibili”. Per il premier “i problemi da affrontare sono molteplici e vanno dall’innalzamento degli standard di sicurezza per prevenire il verificarsi di incidenti a fronte di eventi naturali o di atti dolosi, all’organizzazione coordinata ed efficiente di piani di intervento a livello nazionale, regionale e internazionale per fronteggiare le emergenze conseguenti agli incidenti nucleari”. Monti ha ricordato che “si sta facendo strada l’idea di rafforzare le procedure internazionali” per l’introduzione di “visite periodiche di esperti indipendenti” non più, come ora, “facoltative ma obbligatorie, per verificare l’adeguatezza dei programmi nazionali e indicare i necessari miglioramenti”. “Il nostro obiettivo deve essere la protezione delle popolazioni e dell’ambiente dall’effetto nocivo delle radiazioni, siano esse rilasciate a seguito di eventi naturali, anche estremi, o di atti di natura malevola o dolosa”.