In Somalia decretati tre giorni di lutto nazionale per la morte di Abdullah Yusuf Ahmed.

Si tratta dell’ex presidente del governo federale di transizione somalo, TFG.

Abdullah Yusuf Ahmed è morto ieri mattina. Il settantottenne leader somalo è morto in ospedale a Dubai negli Emirati Arabi dove era ricoverato da tempo.

Ex signore della guerra e membro del più potente clan del Puntland, i Darod Migiurtini, Yusuf Ahmed è stato anche il primo presidente della regione somala quando, nel 1998, si dichiarò semiautonoma. Una presidenza che lascio quando venne poi, eletto presidente della Somalia il 14 ottobre del 2004, il primo, dopo un lungo periodo di anarchia dopo la caduta del regime di Siadd Barre nel 1991.

La scelta ricadde su di lui perché considerato uomo forte della Somalia.

In molti allora credevano in lui come il leader che avrebbe riportato ordine nel Paese africano. Venne scelto anche per la sua posizione contro gli estremisti religiosi con cui non è mai voluto scendere a patti. In quel periodo in Somalia reggevano le sorti del Paese del Corno D’Africa le milizie dell’Unione delle Corti Islamiche, UCI che poi, presero il controllo totale della Somalia e di Mogadiscio nel 2006 relegando il TFG a Baidoa.

Fu lui uno dei fautori dell’intervento militare dell’Etiopia in Somalia intervento che facilitò la cacciata delle milizie dell’UCI nel dicembre 2006 da Mogadiscio.

Questo sostegno però, gli fece perdere molto consenso tra i somali. Alla base di tutto la secolare rivalità tra etiopi e somali.

Rimise il suo mandato il 29 dicembre del 2008 in seguito ad una forte crisi politica che bloccò di fatto  ogni attività politica e legislativa in
Somalia.

Si trattava di una crisi  scaturita  da una  lunga questione scoppiata alla metà del mese di dicembre, quando il parlamento si rifiutò di appoggiare la sua decisione di destituire l’allora primo ministro, Nur Hassan Hussein. Tra i due erano sorte forti divergenze su come attuare tentativi di negoziato con l’opposizione islamista armata.

Nonostante il parere contrario del Parlamento il presidente somalo andò avanti con la sua decisione e nominò nuovo primo ministro, Mohamed Mahamud Guled, che però, dopo pochi giorni fu costretto alle dimissioni. La sua  fu una scelta che venne criticata anche dai governi dei
Paesi confinanti.

Alla fine Yusuf Ahmed ritrovatosi politicamente isolato si dimise.

Dopo le dimissioni da presidente di Abdullah Yusuf Ahmed ne venne nominato uno ad interim, Aden Mohammed Nur l’allora speaker del Parlamento. Grazie al fatto che Yusuf Ahmed si fece da parte fu possibile la formazione di un nuovo governo di unione, molto allargato, che da allora lavora per la pace in Somalia. Nel gennaio del 2009 venne poi, eletto l’attuale presidente,  Sheikh Ahmed Sharif che era stato anche uno dei
capi dell’UCI.

Seppure sconfitto politicamente in tanti riconobbero a Yusuf Ahmed la sua uscita di scena non come una sconfitta personale.

Nel gennaio del 2009 i militari etiopi lasciarono la Somalia il resto è attualità.

Dopo le dimissioni Yusuf Ahmed cadde nel dimenticatoio anche perché non fece più nulla per tornare ala ribalta.

Tornato nel Puntland ne ripartì poco dopo per recarsi in esilio volontario nello Yemen.

Da qualche anno si era trasferito negli Emirati Arabi Uniti per sottoporsi a cure mediche specialistiche.

Ormai la sua battaglia la doveva combattere con il suo stato di salute in quanto era malato di fegato. Nel 1996 era stato anche sottoposto ad un
trapianto. Il fatto che è sopravvissuto fino ad ieri ha fatto di lui anche il trapiantato più longevo.

Con la morte di Abdullah Yusuf Ahmed la Somalia ha perso uno dei suoi protagonisti più rappresentativi.

Ferdinando Pelliccia