Roma, 5 mar – Aveva rifiutato il consenso a sottoporsi ad un ciclo di vaccinazioni, avendo maturato forti perplessità sui possibili effetti sulla salute. Pertanto, aveva chiesto ai superiori i necessari chiarimenti comunque rendendosi disponibile a svolgere la missione demandatagli (peraltro in territorio nazionale), con personale assunzione di ogni rischio. Per tale motivo, un Sottufficiale dell’Aeronautica, con una eccellente e lunga anzianità di servizio e padre di famiglia, è stato sottoposto ad un procedimento disciplinare di rigore e, addirittura, ad un procedimento penale davanti al Tribunale militare di Roma. L’interrogatorio è previsto per il prossimo 8 marzo davanti al sostituto procuratore militare Antonella Masala che gli contesta i reati di disobbedienza aggravata e continuata.

Il militare è assistito dagli avvocati Maria Gabriella Casula e Giorgio Carta. L’avvocato Casula riferisce che: «il Sottufficiale con l’istanza presentata al suo Comando, chiedeva semplici rassicurazioni e precisazioni circa i forti dubbi palesati da alcuni esperti sentiti dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sull’Uranio Impoverito proprio in relazione alle vaccinazioni plurime e ravvicinate; le preoccupazioni derivano  dal fatto che ancora  oggi possano essere inoculati ai militari  dai sette ai dieci vaccini in poco più di un mese. Tale somministrazione,  alla luce di alcuni recenti studi, potrebbe mettere in serio pericolo la salute dei militari».

«La vicenda del nostro assistito, – aggiunge l’avvocato Carta – è davvero sconcertante. In passato avevo difeso due militari che, in procinto di partire per l’Afghanistan, si erano rifiutati di sottoporsi al vaccino antinfluenzale. In quel caso, però, era stato avviato un procedimento disciplinare, poi però archiviato per effetto delle memorie difensive presentate dagli interessati. Questa volta, invece, è stato instaurato addirittura un processo penale da cui può scaturire la pena di un anno di carcere per l’indagato che, semplicemente, ha negato il consenso ad un trattamento sanitario che lui ritiene pericoloso per la propria salute. Tutto ciò confligge con l’articolo 32 della Costituzione, secondo cui nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. Legge che manca nel caso concreto, onde nessun militare può essere sottoposto a vaccinazione contro la sua volontà. Non a caso, al nostro assistito si contesta proprio la negazione del consenso».

La vicenda del Sottufficiale apre scenari inquietanti perché è lo stesso Ministero della Difesa che da tempo conduce approfonditi accertamenti finalizzati ad individuare i reali effetti delle vaccinazioni a cui sottopone i militari. Pare, infatti, che l’impennata statistica di alcune patologie tra i militari sia collegata non tanto ad una contaminazione nei teatri di guerra internazionali, quanto piuttosto alla proliferazione delle vaccinazioni come concause nell’insorgere delle malattie.
Ampi studi, infatti, confermano che la quasi totalità di militari contaminati da sostanze nocive, non hanno mai varcato i confini nazionali e tale consapevolezza potrebbe indurre a dover riscrivere la storia anche delle contaminazioni da uranio impoverito.
Questa era la ragione per cui, il Sottufficiale, molto attento allo sviluppo di tali studi scientifici,  aveva semplicemente chiesto chiarimenti sugli esiti degli accertamenti svolti, rinviando perciò la prestazione del consenso. I chiarimenti non sono mai pervenuti, ma il procedimento penale si Procura-vaccini.

Fonte: GrNet.it