L’Alta Corte del Kerala ha rinviato a lunedì 19 marzo prossimo ogni decisione in merito alla discussione sulla richiesta italiana riguardante la giurisdizione sull’incidente accaduto in mare il 15 febbraio scorso quando due pescatori locali sono stati uccisi perché scambiati per pirati.

Per questo episodio nello stato de Kerala, nell’ India meridionale, è alla fonda nel porto di Kochi una nave italiana la MN Enrica Lexie della
società armatrice F.lli D’Amato di Napoli coinvolta nell’incidente.

La società armatrice partenopea aveva presentato un ricorso per il  suo rilascio e i giudici oggi hanno deciso che la nave non può ancora lasciare il porto fino a nuovo ordine.

A bordo della nave italiana vi sono 27 persone, 23 membri dell’equipaggio, 5 italiani e 18 indiani, e 4 marò del nucleo di scorta anti pirati del Reggimento San Marco. Altri 2 marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono finiti in carcere a Trivandrum con l’accusa di avere ucciso i due pescatori locali.

Sembra che i giudici abbiano motivato la loro decisione con il fatto che la presenza della nave è necessaria almeno fino a quando non saranno resi noti i risultati della perizia balistica in corso sulle armi in dotazione ai due marò in carcere.

Inoltre, secondo fonti di stampa locale il giudice ha deciso anche di trasferire il caso a un’altra sezione del tribunale che in questi giorni si sta già occupando di una petizione avanzata dai familiari di una delle due vittime con la quale si chiede anche che il mercantile non lasci il porto per consentire ulteriori indagini.

Ieri i familiari di Ajash Pink, uno dei due pescatori uccisi, hanno presentato una petizione all’Alta Corte del Kerala in cui si chiede l’arresto del
comandante Enrica Lexie, Umberto Vitelli.

Un’altra simile richiesta da parte di un partito dello stato meridionale del Tamil Nadu, di cui era originario il pescatore ucciso, era stata presentata martedì scorso al magistrato di Kollam, competente per il processo a carico dei due fucilieri italiani.

Ferdinando Pelliccia