In una lettera indirizzata al ministro della difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola, il Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm), Luca Marco Comellini, ha chiesto che ai due militari  del Reggimento San Marco sia  riconosciuto lo stato di “aspettativa per prigionia”, previsto  dal Codice dell’Ordinamento militare. La lettera è stata trasmessa anche per conoscenza al   generale c.a. Tullio Del Sette, capo Ufficio legislativo del Ministero della  Difesa.

Qui di seguito riportiamo il testo della lettera indirizzata al ministro della difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola, a firma del Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia, Pdm, Luca Marco Comellini.

 

 

“Ill.mo  Sig. Ministro

le preoccupanti notizie apprese da fonti di stampa circa lo stato di detenzione del maresciallo Massimiliano Latorre e del sergente Salvatore Girone, mi inducono a chiederLe  di valutare la possibilità e l’opportunità di porre in essere ogni utile azione affinché, ai predetti militari sia riconosciuto lo stato di “aspettativa” per prigionia, previsto dal Codice dell’ordinamento militare.

Ritengo che tale posizione, oltre a tutelare adeguatamente gli interessi dei militari in parola e delle Forze armate, possa al contempo permettere il diretto coinvolgimento delle Organizzazioni internazionali.

Grato per il Suo costante impegno nella vicenda, e nella convinzione che quanto precede riceverà da parte Sua la dovuta considerazione, resto a Sua disposizione per eventuali chiarimenti in merito.

Distinti saluti”

 

 

In una precedente nota sempre a firma del Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia, Pdm, Luca Marco Comellini, si leggeva: “Riconoscere ai due marinai del battaglione San Marco, Massimiliano   Latorre e Salvatore Girone, lo stato di prigionia previsto dal
Codice dell’ordinamento militare non è solo una tutela della loro posizione di stato, è una chiara azione politica che ha un suo preciso significato. Il Ministro della difesa, ammiraglio Di Paola, dovrebbe comprendere e condividere una simile scelta perché diversamente, in casi come questo di cui discutiamo, senza ulteriori distinzioni, il Codice prevede la sospensione dal servizio con effetti disciplinari ed economici che  non farebbero altro che aggravare la situazione.”