In una nota a firma di Luca Marco Comellini,  Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia, Pdm, si legge:  “I promotori delle norme antipirateria che consentono l’impiego di militari a bordo di navi mercantili hanno aspettato che le porte del carcere indiano di Thiruvananthapuram si aprissero per i due militari del Battaglione S. Marco coinvolti nel caso dell’Enrica Lexie per ammettere che la legge- fortemente voluta dal PdL – è completamente sbagliata.   Mi riferisco alle odierne dichiarazioni dell’Onorevole Cicchitto (PdL) riportate dalle agenzie in cui si legge che “è indispensabile rivedere tutto e ritirare i militari  dalle navi perchè non possiamo esporli a situazioni cosi’ gravi   come quella verificatasi in India”.  Quando noi del Pdm affermavamo che quella era una legge sbagliata  e ne chiedevamo la cancellazione con i nostri emendamenti   presentati dai parlamentari radicali siamo stati ignorati,  purtroppo oggi è chiaro che avevamo ragione.  Per evitare altri
casi “Enrica Lexie” il Ministro della Difesa, intanto, ritiri immediatamente i militari  che sono ancora imbarcati a bordo delle altre navi mercantili o  civili.  Ministro riconosca a Massimiliano Latorre e di Salvatore Girone lo stato di prigionia previsto dall’articolo 621 del Codice  dell’Ordinamento militare”.

La possibilità per le navi mercantili italiane, che navigano nelle aree a rischio pirati, di chiedere la scorta armata a bordo composta da militari della Marina italiana è data da una legge dello stato italiano, la Legge 130 sul contrasto alla pirateria marittima varata nell’estate scorsa.

Una possibilità di ricorrervi avvallata poi dalla convenzione siglata lo scorso mese di ottobre tra il Ministero della  Difesa italiano e la Confederazione degli armatori, Confitarma.

La 130 consente anche di utilizzare, per la sicurezza delle navi agenti di sicurezza privati, ma per lo stato attuativo delle norme ancora non risulta possibile l’utilizzo di agenti privati. Il decreto attuativo sarà emanato entro il 31 marzo prossimo.

Le regole d’ingaggio per gli NMP prevedono l’uso della forza graduata e proporzionale all’offesa. Ossia quando viene avvistata un’imbarcazione sospetta in avvicinamento come primo passo devono cercare di attirarne l’attenzione in vari modi, via radio, con segnali visivi e sonori, per fargli cambiare rotta. Se questo non avviene, e si nota anche la presenza di armi a bordo, l’allerta si innalza ulteriormente e si ricorre ai cosiddetti ‘warning shots, cioè a dei colpi di arma da fuoco sparati a raffiche intermittenti a scopo dissuasivo, ma sempre a distanza di sicurezza dalla barca. I colpi diretti sull’imbarcazione sono solo l’ultima risorsa.

Il fenomeno della pirateria marittima al largo delle coste somale e Oceano Indiano ha colpito direttamente l’Italia con i sequestri del rimorchiatore d’altura ‘Buccaneer’, della petroliera ‘Savina Caylyn’ e MV ‘Rosalia D’Amato’.

Si tratta di sequestri che si sono risolti dopo lunghi mesi di prigionia per i marittimi membri degli equipaggi delle navi catturate e solo dopo il pagamento di un riscatto.

Mentre un’altra nave italiana, la ‘Enrico Ievoli’ è tutt’ora in mano ai predoni del mare somali dallo scorso mese di dicembre.

Molti altri Paesi hanno scelto di difendere le loro navi con team di sicurezza armati a bordo. Tra questi vi sono Belgio, Spagna, Francia, Inghilterra, Germania e tanti altri. Molti hanno deciso di ricorrere anziché ai militari della marina a guardie armate privare, i contractors. Questi ultimi sono ritenuti più  sicuri, in quanto se sbagliano difficilmente tornano a lavorare e se succede un episodio come quella della Enrica Lexie lo
stato italiano non si ritrova a dover ‘mercanteggiare’ per ottenere il rilascio di suoi militari. Purtroppo in Italia mancano ancora le leggi che consentono il ricorso anche ai contractors privati a bordo dei mercantili.

Purtroppo inspiegabilmente la legge 130 del 2011 è nata incompleta ed ora l’Italia ne sta pagando le conseguenze. Di questo ormai se ne sono resi conti tutti tanto è vero che dal  28 febbraio scorso la Commissione Difesa del Senato ha avviato un approfondimento sullo stato di attuazione della normativa per il contrasto della pirateria con l’impiego di NMP a bordo di navi civili.

L’esame, reso di particolare attualità dal tragico incidente verificatosi in India, prevede anche una specifica indagine conoscitiva sulle disposizioni dirette a contrastare gli assalti di pirati a navi mercantili con particolare riferimento alla situazione nel Corno d’Africa e nell’Oceano Indiano.

Ferdinando Pelliccia