Sottratta all’erario materia imponibile per quasi 5 milioni di euro. 

Le Fiamme Gialle del gruppo di Trieste, al termine di alcune attività investigative svolte sotto il coordinamento della procura della repubblica giuliana, hanno recentemente concluso quattro distinte verifiche fiscali nei confronti di altrettanti idraulici, operanti in alcuni stabili gestiti da un amministratore di condominio attivo in Trieste.

La peculiare forma di evasione d’imposta scoperta, di notevole entità, è complessivamente pari a circa 4 milioni di euro, anche e soprattutto perché dei 4 imprenditori coinvolti, ben 3 sono risultati evasori totali ed 1 paratotale, non avendo mai presentato le previste dichiarazioni fiscali.

Particolarmente fantasiosi gli artifizi di evasione congegnati dagli imprenditori coinvolti.

Infatti, una delle ditte artigiane, pur avendo formalmente cessato l’attività’ da diversi anni, continuava a lavorare utilizzando per la fatturazione un codice fiscale alterato.

In questo modo “l’imprenditore” poteva conseguire un triplo illecito beneficio: da un lato, rilasciare un formale documento fiscale ai committenti, per lo più condomini ed un amministratore di condominio, che, così “tranquillizzati”, lo utilizzavano per giustificare i costi sostenuti, e, dall’altro, ostacolare le attività di accertamento degli uffici fiscali.

Con tali accorgimenti, poi, l’idraulico in questione “nascondeva” l’azienda del figlio, anch’egli idraulico, che e’ risultata invece adempiere agli obblighi dichiarativi.

Infatti, attraverso la commistione di attività, il figlio prendeva gli appalti dai committenti, risultando quindi il formale aggiudicatario dei lavori.

Questi ultimi, però, venivano materialmente eseguiti dal padre, che al momento della fatturazione, utilizzava il codice fiscale opportunamente alterato.

In questo modo anche il figlio, che partecipava alla realizzazione dei lavori, aveva il suo ritorno economico dividendo il guadagno con il padre.

Chiaramente il figlio riusciva ad accaparrarsi molte commesse proprio in virtù del fatto che, grazie all’illecito risparmio delle imposte operato dal padre, i costi di realizzazione delle opere di manutenzione erano sensibilmente più bassi rispetto al “listino” proposto da un imprenditore onesto.

Ovviamente, all’esito delle investigazioni tributarie svolte, anche l’azienda dell’idraulico “figlio” e’ risultata evasore paratotale d’imposta per oltre il 100% del volume d’affari formalmente dichiarato negli anni.

Le altre due imprese artigiane coinvolte, sempre evasori totali, hanno visto i rispettivi titolari far figurare lo spostamento “fittizio” della propria residenza in Slovenia, nel tentativo di eludere i controlli dell’erario italiano.

Di fatto, i due imprenditori, pur se anagraficamente residenti nella città di Trieste,  risultavano abitare pressoché’ stabilmente vicino a Capodistria, da dove si muovevano quotidianamente per raggiungere la città giuliana ed eseguire i lavori che venivano loro commissionati.

Anche questi due idraulici svolgevano la loro attività principalmente nei confronti di amministrazioni stabili ed anch’essi, non pagando tasse sul suolo nazionale, potevano praticare dei prezzi notevolmente più bassi rispetto alla media.

I risultati degli accertamenti fiscali hanno condotto alla quantificazione di circa 4 milioni di euro di ricavi non dichiarati, di  circa 400.000,00 euro di iva dovuta e di circa 150.000,00 di Irap, l’imposta dovuta alla regione, indebitamente sottratta.

Grazie allo strumento del sequestro, “per equivalente”, delle imposte evase, introdotto con la finanziaria del 2008 anche per i reati tributari, nel corso delle investigazioni e’ stato possibile sottrarre dalla disponibilità degli indagati, 1 autovettura di grossa cilindrata intestata ad un terzo soggetto ma di uso esclusivo ad un indagato e rapporti finanziari in essere con gli istituti di credito per oltre 80.000,00 euro.

L’articolata indagine svolta dalle Fiamme Gialle di Trieste, specie in questo momento di particolare crisi congiunturale, economica e fiscale, dimostra, laddove possibile ed ancora una volta, come sia massimo lo sforzo della guardia di finanza nell’impedire che l’economia legale e gli imprenditori onesti subiscano danni da operatori scorretti, a salvaguardia del gettito impositivo sottratto illegalmente alle casse dello stato.