(AGENPARL) – Roma, 11 apr  – Il Codacons ha inviato oggi una lettera ai parlamentari della Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, in cui si chiede di non reintrodurre le commissioni di massimo scoperto. Come noto, la Commissione è chiamata ad esaminare il disegno di legge n. 3221 (il cosiddetto decreto salva-banche), che reintroduce le commissioni bancarie sulle aperture di credito.

“In un periodo di crisi che coinvolge tutto il Paese – scrive il Codacons – ma di cui certamente famiglie, piccole e medie imprese sopportano il peso maggiore, rendendosi protagoniste di drammatiche pagine di cronaca, la reintroduzione delle commissioni di massimo scoperto appare una scelta assurda e in netto contrasto con gli interessi economici dei cittadini. L’emendamento (proposto dalla senatrice On. Fioroni) inizialmente approvato con il decreto liberalizzazioni aveva giustamente introdotto la norma che prevedeva la nullità di tutte le clausole che consentono l’applicazione di commissioni a favore delle banche sulla concessione, utilizzo, sconfinamento di linee di credito. Tale norma era in linea con gli orientamenti giurisprudenziali recenti e le richieste avanzate da più parti sociali nel corso degli ultimi anni. Tuttavia le proteste dell’Abi e il paradossale riferimento ad un presunto ‘errore’ nella stesura della norma hanno portato, come noto, all’incongruente approvazione del DL 29/2012 che, di fatto, priva l’abolizione delle commissioni della sua portata ed efficacia reale. L’esigenza di porre un freno alle prassi illegittime delle banche nell’applicazione di spropositati costi sul credito, aveva infatti reso necessario un intervento chiaro sull’applicazione delle commissioni. Famiglie, piccole e medie imprese hanno naturalmente un potere contrattuale inferiore rispetto alle banche, per cui il problema non è tanto la trasparenza nell’applicazione delle commissioni, ma il fatto che queste possano essere applicate! Le ben note proteste delle banche – sarebbe forse meglio dire i ricatti – in seguito all’abolizione delle commissioni, hanno dunque sortito il loro effetti, e si è evidentemente preferito salvare, ancora una volta, gli interessi dei grandi istituti finanziari piuttosto che quelli dei consumatori-risparmiatori che dovranno sopportare gli improponibili costi del credito. Dei fondi ch la BCE ha recentemente elargito alle banche al tasso dell’1%, e che avrebbero potuto e dovuto essere impiegati per agevolare l’accesso al credito alle imprese e alle famiglie, soffocate dalla crisi, nulla è arrivato a queste, cui spetta, ancora una volta, di pagare il prezzo della crisi. Gli interessi dei cittadini, delle imprese, non possono essere sempre posti in secondo piano rispetto a quelli dei grandi istituti di credito e per questo il Codacons si rivolge a Lei, affinché dia voce alle famiglie, agli imprenditori, ai risparmiatori per rendere possibile un accesso al credito equo e giusto, in vista del rilancio della nostra economia, con l’abolizione delle commissioni bancarie, e la modifica dell’art. 27bis così come modificato dal DL 29/2012. Si auspica, pertanto, che il DDL 3221, in esame presso la 10a Commissione, riprenda la formulazione originariamente approvata dell’art 27bis con l’abrogazione dell’art. 1, comma 1, lett. a) del decreto 29/2012”.