(AGENPARL) – Roma, 17 apr –  “Fare chiarezza su problemi e prospettive della Sanità Penitenziaria anche alla luce della recente stesura delle linee guida da parte della Regione. E’ la principale finalità dell’iniziativa del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Sardegna che ha promosso per domani mattina, nella Casa Circondariale di Buoncammino, un primo incontro con le diverse figure professionali interessate e i vertici dell’Asl n.8, dell’Azienda Mista e di quella Ospedaliera ‘Brotzu’ di Cagliari”, è quanto ha dichiarato Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione ‘Socialismo Diritti Riforme’, sottolineando che: “I detenuti, i loro familiari e gli Agenti di Polizia Penitenziaria sono in attesa di concreti effetti positivi sulla salvaguardia della salute in carcere. Non si può non rilevare ancora una volta – sottolinea Caligaris – l’assurdo ritardo della Regione su un tema particolarmente sensibile per i cittadini privati della libertà, i loro familiari, i medici, gli infermieri e i tecnici che operano nelle strutture. Sono ormai trascorsi quasi 9 mesi dalla firma del decreto da parte del Presidente della Repubblica delle norme di attuazione. La questione deve essere risolta al più presto. Gli operatori devono vedere rispettati i loro diritti ma è anche vero che la Costituzione parla chiaro sul principio inderogabile del rispetto della salute per le persone ristrette. I tempi della riorganizzazione del servizio nella nostra isola stanno superando qualsiasi ipotesi negativa con la conseguenza che l’incertezza in cui si trova il sistema pesa gravemente sul clima di fiducia che deve caratterizzare i rapporti all’interno degli Istituti di Pena”.

“La situazione risulta particolarmente delicata a Buoncammino, dove si trova un Centro Diagnostico Terapeutico a cui afferiscono detenuti di tutte le altre regioni italiane e dove sono presenti persone con gravi problemi psichici che creano situazioni molto difficili da gestire. Al sovraffollamento, con in media 40 detenuti ricoverati contro i 30 regolamentari, si aggiunge – afferma la presidente di Sdr – il disagio per le ristrettezze anche finanziarie garantite alla struttura. Il Ministero della Giustizia peraltro ha già prorogato il finanziamento mentre esiste un fondo nel bilancio della Regione Sardegna con destinazione vincolata per la Medicina Penitenziaria.

Nonostante le diverse sollecitazioni da parte, oltre che di Sdr, anche dei Medici Penitenziari, finora la Regione si è limitata ad abbozzare delle linee-guida che tuttavia sono meramente indicative. Manca invece una chiara visione del problema che non può essere risolto né con le Guardie Mediche né affidando la Sanità Penitenziaria ai giovani laureati in Medicina. Non è però neppure pensabile che si attenda l’organizzazione di uno corso di studi specialistico nell’ambito della Facoltà universitaria. Occorre invece intervenire in tempi brevi per individuare una specifica Direzione e per fare in modo – conclude Caligaris – che siano garantiti i livelli essenziali di assistenza tenendo conto che le persone private della libertà non hanno perso il diritto alla salute”.