Secondo Parisi, tale argomento non dovrebbe essere solo responsabilità del governo per via dell’urgenza contingente piuttosto sarebbe necessario che i partiti stessi: “riconoscano che non c’è altro modo per finanziarsi che tendere la mano ai cittadini e ottenere con assenso esplicito il loro sostegno finanziario e allo stesso tempo rafforzare il proprio consenso politico”.
In merito ai recenti scandali che hanno visto implicati i tesorieri della Margherita e della Lega, Arturo Parisi ha osservato che: “il vero punto debole è l’opacità. Ma questa è inevitabile quando si distribuisce il denaro per favorire uno contro un altro per rafforzarlo politicamente, in genere per rafforzare la maggioranza contro le minoranze”.
Parisi si è mostrato anche estremamente critico nei confronti dell’intesa raggiunta dai tre principali partiti sulla legge elettorale, poiché a suo avviso è un voler tornare, attraverso il proporzionale, alla situazione della prima repubblica: “Per consentire ai capipartito di sedere sempre al tavolo del governo, senza né vincere né perdere mai, si finisce o in una grande coalizione permanente, o ancora una volta in un governo di tecnici, o nell’ingovernabilità” ed in conclusione l’ex ministro ha osservato che se le attuali circostanze poco si distanziano da quelle in cui ci si trovò nel 1993: “allora a salvarci venne il referendum. Questa volta ci è stato impedito”.


