Ieri è stato annunciato la creazione di un gruppo misto di lavoro  Ue-USA che gestirà le richieste di riscatto e i loro versamenti che i pirati somali  richiedono per rilasciare le navi e gli equipaggi catturati in mare e che trattengono in ostaggio. Si tratta di denaro che poi, finisce per finanziare in parte le strutture terroriste.

A fare l’annuncio nel corso del G6 di Monaco il ministro tedesco dell’Interno, Hans-Peter Friedrich.

Il gruppo sarà composto da sei Paesi Ue, Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Italia e Polonia più  gli Stati Uniti.

Il gruppo di lavoro si occuperà anche di individuare i modi per migliorare l’aiuto allo sviluppo dei Paesi dove sono attivi i pirati, come Somalia e Seychelles, e lavorerà coordinandosi con le organizzazioni presenti sul posto.

Lo scorso mese di marzo l’Unione europea ha deciso di inasprire le regole di ingaggio della sua missione navale Atalanta contro la pirateria marittima dando il via libera alla neutralizzazione dei beni dei pirati, ovvero imbarcazioni e riserve di carburante, lungo il litorale senza mettere piede a terra.

Secondo stime fatte dall’associazione americana, ‘Oceans Beyond Piracy’ nel 2011 il costo dell’attività criminale delle varie gang del mare somali si aggira intorno ai sette miliardi di dollari.