Roma, 16 mag – “L’Europa non sia solo la matrigna che toglie, ma anche la madre che dà”. Così, Giuliano Amato, nel corso di un’intervista a oltreradio.it (la nuova web-radio di attualità internazionale) ha commentato gli ultimi eventi politico-economici in Europa e i risultati delle recenti tornate elettorali nel Mediterraneo. “Non sono d’accordo nel considerare la Grecia fuori dall’Euro, anzi considero molto rischioso che ciò accada; lo considero tuttavia possibile, ma ritengo questo una responsabilità primaria non solo dell’élite greca ma in primo luogo dell’establishment europeo”. “Se l’Eurozona non è in grado di risolvere il problema di un Paese piccolo che all’inizio di questa vicenda aveva un debito incredibilmente ridotto rispetto alle risorse e ai bilanci di cui disponiamo e se, anzi, siamo riusciti a metterlo in condizione di quasi fallimento, temendone le ripercussioni e gli effetti di contagio e cadendo in una recessione unica, lo dobbiamo ad errori e insufficienze politiche. E lo si deve anche all’impostazione iniziale con cui gli Stati membri decisero di costruire la moneta singola”. Parlando degli ultimi risultati elettorali europei e del disagio dilagante che ne è emerso, l’ex presidente del Consiglio ha puntato il dito sulle modalità dell’attuale politica di austerity. “Nessuno poteva pensare che l’austerità da sola permettesse di risolvere il problema del debito pubblico, né che potesse mantenere quel consenso diffuso e radicato nella società di cui c’è sempre bisogno per affrontare i momenti difficili”. “Quando nei cittadini viene meno la convinzione che quello che i governanti fanno serve a qualcosa per il loro futuro, la stessa attuazione delle decisioni di governo ne risente. Il caso greco è il caso più esemplare e più estremo”.
(AGENPARL)

