(AGENPARL) – Roma, 04 mag – Lo scorso 27 aprile il sindaco Fabio Anconelli ha presentato al consiglio comunale di Solarolo un Ordine del Giorno relativo alle “nuove norme per l’individuazione delle sedi farmaceutiche”. Va premesso che da almeno 7-8 anni la comunità di Solarolo chiede, inutilmente, la possibilità di ottenere una seconda farmacia sul proprio territorio comunale. Ora, sembrava che la nuova legge sulle liberalizzazioni avesse aperto a questa opportunità, invece nell’approfondire la normativa Anconelli ha scoperto con delusione che di fatto non cambierà nulla per il suo Comune. «In base alle leggi attuali, il numero delle autorizzazioni rilasciabili è stabilito in modo che vi sia una farmacia ogni 5.000 abitanti – premette il sindaco – Tenuto conto che negli ultimi anni a Solarolo più volte cittadini e gruppi organizzati hanno chiesto di poter avere una seconda farmacia, allo scopo di aumentare l’offerta alla Comunità, pensavo che la soluzione potesse arrivare dalla Legge 27 dello scorso 24 marzo, con la quale sono state introdotte modifiche alla normativa disciplinante il servizio farmaceutico. Ora il numero delle autorizzazioni rilasciabili per l’apertura di nuovi punti, in ogni singolo comune, è di una farmacia ogni 3.300 abitanti, e la popolazione eccedente consente l’apertura di un’ulteriore farmacia, ma soltanto qualora sia superiore al 50 per cento del parametro stesso. Dunque, a conti fatti, questa norma porta il limite d’apertura di una seconda sede da 5.000 a 4.950 abitanti (3.300 + 1.650), per cui, considerando che la popolazione residente a Solarolo è di circa 4.450 abitanti, per noi in pratica non cambia nulla e ci impedisce l’attivazione di un nuovo punto». Anconelli ha provato inutilmente a battere strade alternative.

“Il nostro Comune fa parte dell’Unione dei Comuni della Romagna Faentina, ma la normativa nazionale in materia di Farmacie non riconosce l’istituto delle “Unioni dei Comuni”, per cui le esigenze di copertura del servizio non vengono valutate nell’ottica di considerare un territorio più ampio di quello comunale, come invece avviene già per altri servizi essenziali. In questo senso, l’Unione dei Comuni della Romagna Faentina era disposta a “cederci” i suoi abitanti in eccedenza, per arrivare alla fatidica quota di 4.950, ma ciò non ci è stato concesso. In pratica, con questa normativa, viene determinato un aumento delle farmacie soltanto nei grossi centri”. Nell’ordine del giorno presentato da Anconelli – votato a favore da maggioranza ed opposizione, con la sola astensione di Rifondazione per motivi di principi legati alle liberalizzazioni – il Consiglio Comunale ha espresso “amarezza e disappunto per un provvedimento che aveva in origine anche l’obiettivo di garantire l’accessibilità del servizio farmaceutico ai cittadini residenti in aree scarsamente abitate, principio che nei fatti a Solarolo viene completamente disatteso”. Il sindaco auspica infine che “la Regione possa introdurre, anche in questo settore, norme che rafforzino il percorso d’aggregazione istituzionale, privilegiando sempre più le unioni tra enti come ambiti ottimali per l’erogazioni dei servizi essenziali, compensando così disuguaglianze territoriali difficilmente gestibili dai singoli Comuni”.