L’obiettivo era la scuola e di conseguenza i suoi studenti.

Il rudimentali ordigno era stato collocato sul muretto adiacente il cortile interno dell’Istituto professionale per la moda e il turismo ‘Morvillo Falcone’ di Brindisi.

Una scuola  che si è voluta colpire forse perchè espressione viva della società civile italiana.

Sono proprio gli studenti che dalla Sicilia alla Calabria alla Puglia costituisconol’elemento più forte di rifiuto della cultura mafiosa di guerra e di morte.

Gli studenti della scuola Morillo Falcone oltre  a frequentare una scuola intitolata ai due magistrati simbol della lotta alla mafia e morti nell’attentato di Capaci, erano stati premiati di recente per la loro corale mobilitazione contro la delinquenza organizzata.

Un atto quindi di forte valenza simbolica.

Secondo i dati in possesso degli investigatori farebbero al momento propendere per la pista mafiosa anche se al vaglio degli inquirenti sono anche altre ipotesi.

Sono tre, secondo i primi accertamenti degli investigatori, le bombole di gas utilizzate nell’attentato e collegate ad un timer.

Un’esplosione che ha causato la morte di una studentessa e il ferimento  di altre otto di cui una vessa in gravi condizioni all’ospedale Perrino di Brindisi.

Per ora smentita la notizia diffusasi che fosse morta.

Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza stanno compiendo perquisizioni nelle abitazione di  pregiudicati della città e stanno controllando i loro alibi specie a riguardo dei loro movimenti nelle ultime ore.

Proprio nelle ultime settimane nel territorio di Brindisi si è registrata una recrudescenza  delle azioni dela criminalità organizzata.

Le due vittime erano originarie di Mesagne nel brindisino ed proprio in questa sittà di provincia che la notte tra il 4 e 5 maggio era stata danneggiata da una bomba la macchina del presidente della locale associazione antiracket.

Un’episodio, ultimo di una serie di intimidazioni, che aveva spinto una delegazione di parlamentari e degli enti locali a chiedere e ottenere un incontro con il ministro della Giustizia Cancellieri che si era tenuto il pomeriggio dell’8 al Viminale.

Successivamente a Mesagne il 9 maggio era stata poi, effettuata un’operazione della Polizia che ha smantellato un’organizzazione mafiosa legata alla Sacra Corona Unita.

L’operazione, denominata ‘Die Hard’,  aveva condotto all’arresto di 16 persone per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, porto illegale di armi da fuoco, danneggiamento aggravato e incendio aggravato.