Il muro di Brindisi: “Piccola mia ti amo”

Un ragazzo può essere due, tre, quattro persone potenziali, ma un uomo una sola: quella che ha ucciso le altre.
(Mordecai Richler, L’apprendistato di Duddy Kravitz, 1959)

Da Brindisi arriva notizia di un atto ‘bestiale’ (così viene definito).
Tre bombole di gas esplose davanti a una scuola, un attentato. Una ragazza è morta (16 anni), un’altra è grave, altre sei sono ferite. Le ipotesi sono varie: gesto di un folle? atto dimostrativo della mafia? Ma l’atto bestiale appartiene alle bestie, l’atto umano appartiene all’uomo così come la crudeltà.
Le studentesse avranno consultato i lori appunti prima della scuola, avranno parlato dei loro programmi per il sabato sera, avranno riso e scherzato un attimo prima che il loro cuore venisse dilaniato dalla morte e dal dolore. Sul muro, vicino alla scuola violata, c’è una scritta: “Piccola mia ti amo”. Davanti al muro, quaderni sparsi.
A noi rimangono le parole, ma pesanti come pietre intrise di sofferenza.
Le ragazze potevano essere due, tre, quattro persone potenziali, potevano ma non saranno; l’uomo ha una matrice sola: quella che arriva a ucciderle o a sconvolgerle.
Danilo Stefani