Dopo il recente intervento militare Ue contro i pirati somali anche sulla terraferma le varie gang del mare ora minacciano di uccidere i marittimi che trattengo in ostaggio.

In particolare i predoni del mare minaccerebbero di uccidere proprio i marittimi di nazionalità europea che sono loro prigionieri.

Una ritorsione bella e buona che i pirati somali promettono di attuare se gli attacchi sulla terraferma si ripeteranno.

L’azione militare sulla terraferma contro i covi pirati è avvenuta lo scorso martedì 15 maggio, la prima del genere.

Ad essere stato preso di mira il villaggio-covo di Handulle vicino ad Haradeere nella regione di Mudug lungo la costa centrale della Somalia.

Un vero e proprio raid aereo mirato condotto da elicotteri che operano nell’ambito della missione navale antipirateria EU NAVFOR ‘Atalanta’.

Si tratta di una missione navale a guida europea a cui partecipano 17 Paesi. Italia, Germania, Belgio, Bulgaria, Croazia, Spagna, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Serbia, Svezia e Portogallo.

Attualmente  nell’ambito della missione operano 9 navi da guerra e di 5 aerei da ricognizione navale.

Tra queste unità navali vi è anche la nave d’assalto anfibio francese ‘Dixmude’ che potrebbe aver funto da comando e supporto logistico per l’intervento militare. La nave infatti, è in grado di fungere da base operativa mobile per 16 elicotteri, tra cui gli elicotteri Tigre.

Il comando delle forze militari della missione è affidato attualmente ad un francese, il contrammiraglio Jean Batiste Dupuis.

Il prossimo mese di agosto la Fregata italiana Scirocco attualmente operativa nell’ambito della missione Ue verrà sostituita dalla nave San Giusto che costituirà anche la sede comando missione in quanto il comando delle forze militari della missione passerà dalla Francia all’Italia.

Le altri navi da guerra che sono operative nella missione antipirateria Ue sono ancora francesi, la FS Marne e la Fregata Georges Leygues poi, sono della Germania, Olanda con la Fregata HNLMS Van Amstel, Spagna con la ESPS Infanta Elena e la ESPS Reina Sofia, e Portogallo con la Fregata NRP Corte-Real.

All’inizio di questo mese, uno dei Paesi chiave e grande sostenitore della lotta internazionale alla pirateria marittima, la Gran Bretagna ha invece, ritirato dalle acque somale la sua nave della marina militare spiegando che a causa dei tagli nel bilancio della Difesa non era più in grado di mantenere operativa un’unità navale da guerra in quelle acque.

Prima ancora si era ritirato dalla missione Ue anche la Grecia sempre a causa della crisi economica.

Mantenere operativa una nave da guerra nel mare della Somalia costa 100mila euro al giorno.

Nel corso dell’attacco sarebbero andati distrutti almeno 5 motoscafi, depositi di carburante e di armi.

Un’azione che di fatto non è altro che un ulteriore passo in avanti nel cambio di strategia nella lotta alla pirateria marittima annunciato anche dall’Unione Europea.

Lo scorso 23 marzo infatti, Bruxelles ha dato un mandato più forte alla sua missione navale permettendo appunto anche di poter colpire obiettivi pirati in Somalia sia sul territorio costiero sia in quello interno.

L’attacco infatti, per la prima volta dall’inizio della missione Ue ‘Atalanta’, nel dicembre del 2008,  è stato portato contro i pirati somali fino ai
loro covi che finora erano considerati sicuri.

L’attacco è stato condotto d’accordo con il Governo transitorio federale somalo di Mogadiscio, Tfg, e in linea con la risoluzione ONU 1851 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Nel mare del Corno D’Africa e Oceano Indiano, infestati dai pirati somali, il vento sta  forse per davvero cambiando.

Si tratta di un vento che soffia non più a favore dei predoni del mare, che nei soli ultimi tre anni hanno incassato centinaia di mln di dollari frutto dei riscatti chiesti per il rilascio di navi e uomini catturati, ma a favore di chi cerca di contrastarli combattendoli.

In una nota a firma del contrammiraglio Duncan Potts, capo della missione Ue è stato spiegato che questo attacco non è altro che una estensione dell’azione di contrasto della pirateria in mare. Il contrammiraglio Potts ha spiegato che: “Impedire loro di uscire in mare ai pirati è un passo cruciale per combattere la loro impunità a terra e per assicurare il successo delle operazioni anti-pirateria”.

Gli attacchi dei pirati alle navi commerciali al largo delle coste della Somalia nei primi 5 mesi di quest’anno sono diminuiti in modo significativo. I predoni del mare hanno portato a segno appena 7 assalti catturando le navi arrembate. In passato i 7 sequestri erano settimanali.

A contrastare i predoni del mare ci sono le navi da guerra di almeno 24 Paesi, riunite in diverse missioni internazionali o individuali, che pattugliano le acque al largo della Somalia e Oceano Indiano  interessate dal fenomeno della pirateria marittima.

Oltre alla missione Ue ‘Atalanta’ vi è anche quella della Nato ‘Ocean Shield’ e poi quelle individuali di Paesi come Cina, India, USA, Malesia, Russia, Filippine, Corea del Sud, Australia, Iran e altri ancora.

Attualmente nelle loro mani i predoni del mare somali, secondo stime non confermate, dovrebbero trattenere in ostaggio circa 300 marinai di diversa nazionalità, greci, danesi, un italiano, indiani, filippini, pachistani, e altri ancora.

Tra gli ostaggi anche una donna, Beborah Catiz di nazionalità sudafricana oltre ad una dozzina di minori mozzi a bordo di pescherecci catturati.

Si tratta dei membri degli equipaggi delle navi catturate e che trattengono in attesa che qualcuno, l’armatore o  governo del Paese da cui provengono i marittimi, paghi un riscatto per il loro rilascio.

Mentre le navi catturate e trattenute dovrebbero essere almeno una ventina tra grandi e piccole. Le principali sono la MV ICEBERG 1 catturata  nel marzo 2010, la MV ALBEDO catturata 25 novembre 2010, la MV ORNA catturata  il 20 dicembre 2010, la MV VELVET LIQUIDO
catturata  il 30 ottobre del 2011, la MV DEA GRATIS catturata l’8 febbraio 2012,  la MV ROYAL GRACE catturata il 2 marzo del
2012, la MV NACAM 3 catturata il 26 marzo 2012.

Più un numero imprecisato di navi da pesca, Dhown.

Ferdinando Pelliccia