Sono 191 i marinai in ostaggio e 7 le navi dirottate ancora in mano ai pirati marittimi. Il Parlamento europeo si è occupato del tema nel corso dell’ultima seduta plenaria a Bruxelles approvando una risoluzione  con  434 voti favorevoli, 100 contrari e 5 astensioni, nella quale  si sottopone ai governi nazionali la necessità di rinforzare la protezione militare delle navi europee e, contemporaneamente, di finanziare progetti che affrontino le cause del fenomeno.

Nel documento, deplorando la riduzione da otto a tre delle navi messe a disposizione dagli Stati membri per l’operazione UE NAVFOR ATALANTA, si richiede un migliore coordinamento tra l’Unione europea e la NATO per affrontare adeguatamente la crescente minaccia alle imbarcazioni internazionali da parte della pirateria, soprattutto nella zona a largo della Somalia e del Corno d’Africa. I deputati, inoltre, hanno richiesto l’istituzione di tribunali speciali per i pirati ricordando che, in base al diritto internazionale, nessuna autorità diversa da quella dello Stato di bandiera può ordinare provvedimenti di arresto o di blocco di una nave. La strategia, dunque,  dovrebbe mirare a migliorare le strutture giudiziarie e a rendere possibile la creazione di tribunali speciali anti-pirateria nella regione.

Per affrontare le cause della pirateria il documento evidenzia il bisogno di intervento, da parte della Commissione e del Consiglio, a trovare un accordo su regole comuni per l’uso, sempre più frequente, di personale autorizzato, dotato di armi, a bordo delle navi sottolineando che “il  ricorso ad agenti armati privati è una misura che non può sostituirsi alla necessaria soluzione generale dell’articolato problema della pirateria”. Per combattere il fenomeno alla radice, la comunità internazionale deve adottare una strategia globale per la situazione in Somalia, che stabilisca un nesso tra sicurezza, da un lato e, dall’altro,  sviluppo, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani.

Lavinia Macchiarini