La Corte Suprema di New Delhi in India ha dato autorizzazione alla nave italiana Enrica Lexie. bolccata dal 15 febbraio scorso nel porto di Kochi nello stato federale del Kerala, a ripartire.
a decisione è giunta in seguito all’esame del ricorso presentato dalal società di navigazione armatrice della nave, la Flli D’Amato di Napoli.
Sulla nave italiana erano imbarcati oltre all’equipaggio, 5 marittimi italiani e 18 indiani, sei marò del Reggimento San Marco come Nucleo Militare di Protezione, NMP, istituiti dalla legge 130 del 2011 per difendere le navi italiane dai pirati.
Due di questi marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono accusati dell’uccisione per errore di due pescatori locali, Valentine Jelestine e Ajesh Binki. Un incidente avvenuta al largo della costa del Kerala il 15 febbraio scorso.
Per aderire alla richiesta dell’armatore le autorità giudiziarie indiane hanno posto però, delle condizioni, tra cui quella che il comandante della nave italiana, Umberto Vitelli e i responsabili della compagnia di navigazione assicurino la disponibilità della nave e dell’equipaggio in caso in cui sia richiesto nelle indagini o inchiesta giudiziaria a carico di Latorre e Girone. Una condizone questa che deve essere soddisfatta per iscritto e con una garanzia costituita dal versamento di una cauzione.
L’armatore dovrà infatti, versare 30 milioni di rupie, circa 440 mila euro al registro generale dell’Alta corte del Kerala.
La Corte ha anche richiesto una simile assicurazione al governo italiano per quanto riguarda i quattro marò del team di sicurezza anti pirateria rimasti a bordo. Garanzia quest’ultima che è giunta proprio stamattina.
La nave italiana potrà quindi salpare solo dopo che saranno state espletate tutte le formalità burocratiche e soddisfatte tutte le condizioni poste dalla Corte Suprema indiana.
Una prima ipotesi lanciata i queste ore fa prevedere che la partenza non avvenga prima di Venerdì prossimo.
Ferdinando Pelliccia

