Modesto Di Girolamo è stato rilasciato.

Si tratta dell’ingegnere italiano rapito lunedì scorso nell’ovest della Nigeria dove si trovava per lavoro.

Ieri, dopo 5 giorni si è risolto nel migliore dei modi il suo sequestro.

Un sequestro avvenuto mentre l’ingegnere  ispezionava un cantiere sulla Bishop Road di Ilorin, la capitale dello Stato occidentale del Kwara per conto della società italiana Borini&Prono Costruzioni azienda di cui è dipendente.

L’azienda si era detta  subito pronta a pagare un eventuale riscatto.  Sembra però, che dai rapitori non sia giunta nessuna rivendicazione o richiesta di riscatto. Comunque sia non sono noti i particolari del sequestro.

La notizia del sequestro era stata tenuta nascosta per qualche giorno  e confermata dalla Farnesina solo giovedì spiegando che era stata attivata l’Unità di Crisi.

L’Italia memore del tragico epilogo del sequestro  di un altro ingegniere, Franco Lamolinara, ucciso dai suoi sequestratori l’8 marzo scorso nel corso di un tentativo di liberarlo, aveva chiesto alla Nigeria garanzie che non ci sarebbero stati blitz per tentare di liberare il sequestrato.

Con la fine di questo sequestro restano ostaggi nel mondo ancora  tre italiani.

Sono infatti, in mano ai loro  sequestratori: Bruno Pelizzari, l’ascensorista di Durban in Sudafrica con doppia cittadinanza, in mano ai pirati somali dall’ottobre del 2010 dopo essere stato catturato nell’Oceano Indiano, di lui non si conosce più il destino, Rossella Urru, la cooperante sarda rapita lo scorso ottobre da Aqmi, il braccio nordafricano di Al Qaida, nel sud dell’Algeria,  Giovanni Lo Porto, l’operatore umanitario sequestrato in Pakistan lo scorso 19 gennaio.