Nel Regno Unito le ultime ricerche della Taxpayers Alliance, il movimento di base dei contribuenti con sede a Londra e con 65mila attivisti, impegnato a sollecitare i politici nell’ascolto delle esigenze dei contribuenti, ha rivelato che i maggiori gruppi ambientalisti hanno ricevuto quasi una somma di circa 100 milioni di euro con un finanziamento proveniente dall’Unione europea a partire dal 1997, nell’ambito del programma LIFE +.

Il contributo erogato dal governo britannico è di circa 7.500.000 sterline e potrebbe essere incrementato a meno che non venga posto un veto all’Unione europea di aumentare a sua volta il budget in materia. Più di diciannove gruppi hanno ricevuto oltre un milione di sterline in sussidi, tra cui gli “Amici della Terra”, destinatari di sei milioni di sterline. Stiamo parlando del movimento ecologista che aveva portato avanti un’azione legale contro il governo britannico sul taglio delle sovvenzioni statli destinate all’energia solare.
L’europarlamentare Roger Helmer, portavoce in materia di Energia ed Industria del Partito Indipendente britannico (UKIP) ha chiesto di porre fine al finanziamento da parte dei contribuenti a movimenti che portano avanti campagne a sfondo politico. «I cittadini – dichiara Helmer – stanno già versando imposte ambientali e sussidi per i parchi eolici. Adesso scopriamo che anche gruppi di pressione che promuovono politiche ambientali rovinose, per le quali molte persone non concordano, ricevono sovvenzionamenti pubblici».

«Naturalmente – conclude Helmer – questi gruppi hanno tutto il diritto di esistere ma, per realizzare i loro desideri e far fronte ai costi delle loro cause, devono reperire i fondi direttamente dai cittadini senza ricevere un centesimo di sovvenzione pubblica. In caso contrario, non hanno nessuno diritto di influenzare le decisioni dell’Unione europea».

Lavinia Macchiarini