Ufficiale il sequestro degli impianti  Ilva di Taranto. Il gip Patrizia Todisco, su richiesta dei pm inquirenti il cui pool è guidato dal procuratore capo Franco Sebastio,  ha firmato il provvedimento di sequestro , senza facoltà d’uso, degli impianti dell’area a caldo dell’Ilva di Taranto e misure cautelari per alcuni indagati nell’inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici Ilva. I provvedimenti non sono stati ancora eseguiti.  Il provvedimento giunge mentre al Ministero dell’Ambiente si discute per un protocollo d’intesa che contiene le risorse disponibili e la lista degli interventi di bonifica  dell’area dell’Ilva di Taranto.  Anche oggi si è tenuta una riunione a cui hanno preso parte, tra gli altri, il ministro dell’Ambiente,Corrado Clini, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, gli onorevoli Raffaele Fitto (Pdl) e Nicola Latorre (Pd), il sindaco di Taranto, Ezio Stefano e il presidente della Provincia. La riunione segue di qualche giorno quella tenutasi il 23 luglio scorso. In quella occasione era stato concordato di avviare a stretto giro ad un gruppo di lavoro tra i ministeri e Ilva per analizzare le problematiche relative alle procedure di autorizzazione ambientale e di bonifica dei suoli oggetto di contenziosi, per individuare un percorso condiviso per proseguire le iniziative già adottate da Ilva per la riqualificazione ambientale dello stabilimento di Taranto. Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli nel commentare ha spiegato che : “Si parla di circa 300 milioni di euro per la bonifica, risorse irrisorie soprattutto perchè se non si chiude il rubinetto dell’inquinamento è inutile bonificare l’area”.  Lo stesso leader dei Verdi ha definito la vicenda come il disastro ambientale e sanitario più grande d’Italia coperto dall’omertà della politica. L’impianto siderurgico è sotto accusa da anni perchè considerato fonte principale di inquinamento e causa di morte per tumore.  Per questo motivo i cittadini di Taranto si sono organizzati in comitati e associazioni per chiedere la chiusura dell’impianto siderurgico, mentre i lavoratori sono scesi in strada a manifestare contro la chiusura dell’impianto. Alla fine tra chi vuole la salvaguardia dei posti di lavoro e chi la tutela dell’ambiente si sono creati due fronti che hanno dato vita ad una forte discussione in città. Da un paio di giorni i lavoratori e sindacati tengono alta la mobilitazione proprio in vista  della preannunciata stretta giudiziaria alla fine arrivata. All’esterno dell’Ilva  sono in corso  presidi da parte di quei  lavoratori preoccupati di una possibile chiusura dell’impianto. Ieri si è svolto uno sciopero di due ore dei dipendenti dell’Ilva e 5mila operai hanno invaso le statali per Bari e Reggio Calabria.