Una lunga attesa della definizione di un giudizio determina nell’interessato stanchezza, sfiducia nella giustizia, senso di impotenza e per questo ha diritto al ristoro del danno morale. Così ha sentenziato la Corte di Appello di Napoli che ha condannato il Ministero della Giustizia a pagare a ciascuno dei ricorrenti, difesi dall’avv. Roberto di Napoli, la somma di € 13.750 oltre gli interessi legali e le spese di giustizia.   I ricorrenti,  nel 1992 avevano promosso un’opposizione al precetto nei confronti del Credito Italiano, presso il Tribunale di Vallo della Lucania,  che aveva intimato loro il pagamento di una certa somma.  La causa andò a sentenza solo nel 2010, e fu accolta l’opposizione e dichiarata la parziale inefficacia del precetto.  La legge Pinto infatti precisa che il giudice nell’accertare la violazione, considera la complessità del caso e, in relazione alla stessa, il comportamento delle parti e del giudice del procedimento.  Infatti la Corte osserva che, in conformità al disposto art 2 della legge 89/2001, il danno indennizzabile deve essere commisurato al periodo eccedente un termine ragionevole che, nel caso in esame, ha ritenuto congruo un termine di tre anni. Considerato che il procedimento ha avuto una durata di ben 17 anni e sei mesi, la Corte ha definito il periodo eccedente di 14 anni e sei mesi.  Decreto 26 7 12