In india due sottufficiali della Marina Militare italiana, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono ‘trattenuti’ perché accusati di aver ucciso in mare, perché scambiati per pirati, due pescatori indiani. I due fanti di marina si trovano sotto processo nello stato federale indiano del Kerala. Il drammatico episodio è avvenuto il 15 febbraio scorso al largo delle coste meridionali dell’India. I due militari erano a bordo di una petroliera italiana ‘Enrica Lexie’ come team di sicurezza anti pirati, mentre i due pescatori erano a bordo di un peschereccio, il Sant Antony. Una triste vicenda questa, che ha dato vita ad un duro scontro diplomatico e legale, che si combatte su più fronti, tra India e Italia. I due marò sono difesi da un team composto da legali dell’Avvocatura dello stato e da tre, tra i più importanti, legali indiani. L’Italia ha più volte sottolineato quanto si sia trattato di un incidente non voluto e di conseguenza come tale va trattato. Inoltre, le autorità italiane fin dall’inizio affermano con decisione che il tragico incidente è avvenuto in acque internazionali e chiedendo l’applicazione del diritto internazionale, mentre quelle indiane affermano sia avvenuto in acque territoriali. Stamani si doveva discutere appunto del ricorso presentato dall’Italia con cui viene contestata l’applicazione del codice penale indiano nella vicenda che vede coinvolti loro malgrado i due marò. Per le autorità italiane il fatto è avvenuto in acque internazionali, su nave italiana e ha visto coinvolto personale militare italiano in servizio anti pirateria previsto da convenzioni internazionali. La Corte Suprema di New Delhi stamani non ha però, esaminato il ricorso convocando invece, una nuova udienza per il prossimo 8 agosto. Il massimo organo giudiziario indiano ha rinviato ogni decisione perché in attesa di ricevere dallo stato del Kerala il parere in merito alla questione sulla legittimità dell’arresto dei due militari italiani. E’ stata l’Alta Corte del Kerala lo scorso 29 maggio a stabilire che i due marò del Reggimento San Marco dovessero essere giudicati da un tribunale indiano. L’Italia il 16 luglio scorso ha chiesto l’annullamento di questa decisione. L’udienza è prevista per il 25 luglio prossimo. Nel corso dell’udienza è stato ancora una volta ribadito da parte indiana che l’accordo raggiunto tra familiari pescatori uccisi e il governo italiano è illegittimo. Oggi è giunta anche la risposta dell’Ue in merito alla petizione presentata alla Commissione Ue dal gruppo di Facebook ‘Ridateci i nostri leoni’ con cui si sollecitava l’intervento dell’Ue in merito alla vicenda dei due marò trattenuti in India. Nella nota a firma del presidente della Commissione Ue, Jose’ Manuel Barroso si legge: “Le istituzioni dell’Unione Europea non possono intervenire attivamente in questo caso particolare. Infatti, sebbene in qualità di soggetto del diritto internazionale l’Unione Europea nelle sue relazioni con il più ampio mondo è obbligata a contribuire alla stretta osservanza e sviluppo del diritto internazionale, tuttavia questo caso verte su questioni come l’applicazione della giurisdizione della bandiera di Stato e l’immunità funzionale per membri delle forze armate dello Stato, che chiaramente eccedono le competenze dell’Unione Europea. Nel presente esempio, tali questioni saranno affrontate da contatti bilaterali diplomatici tra Italia ed India. Noi siamo a conoscenza di questo incidente pur non essendo in possesso di tutti i suoi dettagli. In linea di principio noi sosteniamo una positiva e specifica risoluzione del problema. Come parte contraente della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos), l’Unione Europea si impegna per una corretta applicazione della sopracitata Convenzione”. In poche parole l’Ue si tiene fuori dalla diatriba in corso tra India e Italia. Nel frattempo, proprio oggi sono emerse nuove rivelazioni per quanto riguarda la morte di un pescatore indiano e il ferimento di altri tre in un episodio avvenuto al largo di Dubai il 16 luglio scorso. I pescatori indiani sono stati centrati mentre si trovavano a bordo di un peschereccio dai colpi esplosi dagli uomini di un team di sicurezza presente a bordo di una nave da guerra americana. Sembrerebbe che, a dispetto di quanto detto dagli americani, la barca da pesca non abbia ricevuto alcun avvertimento prima che venisse aperto il fuoco contro. A rivelare questa circostanza il generale Dahi Khalfan, capo della polizia di Dubai. ”L’equipaggio ha raccontato alla polizia di Dubai che non si stava dirigendo verso la nave. Piuttosto ha tentato di evitarla. Secondo i nostri rilevamenti e le testimonianze dei feriti credo che abbiano detto la verità, ha spiegato l’alto ufficiale di polizia. La vicenda per molti aspetti è simile a quella che vede coinvolti Latorre e Girone in India.
Ferdinando Pelliccia