Il club rossonero cerca di riacquistare credibilità tentando di concludere per Ricardo Kakà, l’ex idolo mai dimenticato dai tifosi di fede rossonera, messo in svendita da Florentino Pérez per soli 10 milioni di euro. Sarà questo il colpo grosso del calciomercato del Milan?
Le proteste dei tifosi milanisti non hanno lasciato indifferente la dirigenza milanista, rea di aver preso il più grosso abbaglio di strategia comunicativa della gestione Berlusconi. Galliani e Braida cercano di correre ai ripari e rifarsi il trucco con un prestigiosissimo ritorno di fiamma: Ricardo Izecson dos Santos Leite, al secolo più famoso come Ricardo Kakà. La cessione di Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva ha sicuramente portato tanto danaro fresco nelle casse del Milan, che si sono risollevate, togliendosi dal groppone due ingaggi plurimilionari che pesavano sul bilancio rossonero come un grosso macigno. E fin qui nulla di male, anzi si potrebbe pure apprezzare il far play finanziario che sta seguendo la società del presidente Silvio Berlusconi, soprattutto in considerazione della crisi economica che sta attanagliando il nostro paese. Insomma stringiamo tutti la cinghia. Ma è di dominio pubblico che non è andata proprio così liscia. Il club di Via Turati ha fallito proprio nel campo in cui è sempre stato il migliore in assoluto: la comunicazione. Se non fosse ancora dinanzi ai nostri occhi, nessuno mai avrebbe creduto che il proprietario del network televisivo privato più importante d’Italia, colui che fa della comunicazione uno stile di vita, avrebbe nel giro di un mese esatto (14 giugno -14 luglio) rinnovato il contratto al centrale brasiliano togliendolo dal mercato (incentivando quindi i tifosi ad abbonarsi) per poi cederlo insieme allo svedese agli arabi del Paris Saint-Germain.
La dirigenza del Milan ha forse dimenticato (speriamo non sottovalutato) il terzo principio della dinamica di Isaac Newton, che semplicemente dice: “Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”. Era pertanto ampiamente preventivabile la class-action (in soldoni, una richiesta di risarcimento da chi è stato danneggiato a seguito d un’operazione ingannevole), promossa dai tifosi milanisti invogliati ad abbonarsi in virtù della conferma ufficiale dei due campioni poi venduti. Forse in via Turati si sottovalutava la propria tifoseria, pensando che l’operazione sarebbe passata inosservata, ma se, invece, tutto è stato fatto in buona fede ai vertici rossoneri stanno davvero perdendo dei colpi. Ritorniamo a Kakà e al perché ogni giorno che passa si avvicina sempre di più al diavolo. Florentino Pérez – come riporta il quotidiano spagnolo www.sport.es -, non ne vuole più sentire del fantasista verdeoro (che dell’erba del Bernabéu non conosce neanche l’odore) e dei suoi 10 milioni di euro d’ingaggio annui, tanto d’averlo messo in svendita.
Il presidente madridista lo restituirebbe al Milan per 10 milioni di euro e pensare che da questi lo comprò, nel giugno del 2009, niente di meno che per 67 milioni di euro. Un vero affare per la società d via Turati! L’operazione è fattibile e rifarebbe riacquistare credibilità alla società rossonera, anche se per la verità non è mai stata molto fortunata con i cavalli di ritorno. A tal proposito un nome per tutti: Andrij Ševcenko. L’unico intoppo che potrebbe fare arenare la trattativa è l’ingaggio del giocatore, troppo alto per la nuova politica milanista. L’ipotesi, però, che Kakà si abbassi l’ingaggio è tutt’altro che peregrina, visto che al brasiliano non mancano le qualità intellettive per comprendere che anche nel campionato che sta per cominciare José Mourinho gli ha già staccato un posto in prima fila nella tribuna vip del Santiago Bernabéu.
Salvatore Grasso

