Roma, 13 ago. “L’Ilva deve essere sanata ma deve restare aperta. Il problema e’ che se si chiude il complesso di Taranto, chiuderanno i i battenti anche altre fabbriche. E allora chiudetele tutte, e finisce la questione”. Non usa giri di parole lo scrittore Antonio Pennacchi, premio Strega nel 2010 con ‘Canale Mussolini’, per dire la sua sul provvedimento del gip Paola Todisco che ha deciso di revocare la nomina del presidente Bruno Ferrante a curatore dello stabilimento, dopo aver gia’ disposto il blocco della produzione. “Alla fine – rincara la dose parlando con l’Adnkronos- non ci sara’ lo stipendio ne’ per gli operai, ne’ per il giudice ne’ per i preti. Chi paga le decime – si chiede – se sono tutti disoccupati? Al Paese manca il principio di realtà”.

(Adnkronos)

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