Vacanze al cianuro

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Pochi hanno potuto permettersi una vacanza, persino chi ha la famiglia lontano non ha potuto fare il rituale rimpatrio annuale. I più fortunati si sono organizzati a casa di amici e parenti per passare qualche giorno lontano da tutto ciò che rappresenta la quotidianità, le preoccupazioni e lo stress che uccide. Ma è vero che si può fare un reset anche solo per qualche giorno? Certo si è distratti dai colori, dai sapori e dalle persone che non si vedono abitualmente ma la rabbia cresce nel cuore di ogni italiano onesto. Si legge un giornale con calma, si ha spazio per pensare e ogni volta che un desiderio si affaccia è seguito da un “no, non è il momento”.

Ecco la cubatura della rabbia. Ci si sofferma a constatare come un anno di lavoro non abbia portato a risultati economici proporzionali agli sforzi e ci si debba adeguare alla stretta sopravvivenza, se tutto va bene. Tasse, tasse, tasse..qui finiscono i risultati del lavoro degli italiani. E lo vedremo a settembre quante aziende non apriranno più, quanti altri disoccupati si andranno ad aggiungere alla già corposa lista. Ma d’altra parte che ci si può aspettare da uno Stato che applica il 70% di tasse sull’economia reale, ossia sul lavoro vero, e il 12,50 % sulle rendite finanziarie? Questo significa “ammazziamo le aziende e rastrelliamo ogni risparmio degli italiani” che indubbiamente potrebbero investire in Btp, un investimento “sicuro”, una rendita “certa”. Ma nessuno si chiede come può esistere un’economia senza aziende? Lo Stato da dove potrà mungere le tasse per assicurare i servizi se non esiste più il potenziale da tassare? E sapete come finirà? Lascio la risposta agli ingordi che purtroppo non vedono a un palmo dal proprio naso. Ma a quei semi-vacanzieri posso solo suggerire di rilassarsi e conservare la rabbia per il post vacanze, avremo bisogno di effetti davvero speciali!

D.R.