Ieri al largo della Somalia un elicottero della Marina militare italiana in pattugliamento anti-pirateria è stato centrato da alcuni colpi d’arma da fuoco sparati da un’imbarcazione.  Uno dei colpi ha centrato il parabrezza dell’elicottero ed uno dei due piloti del veicolo, raggiunto da  alcune schegge,  è rimasto ferito in maniera non grave al collo.  Con molta probabilità la nave era stata catturata dai pirati somali che hanno reagito  in maniera inconsueta  ricorrendo all’uso delle armi all’arrivo dell’elicottero. In genere i predoni del mare dopo aver catturato una nave la dirottano verso uno dei loro covi lungo le coste della Somalia e se sopraggiunge nelle loro vicinanze un’unità navale da guerra della forza internazionale antipirateria marittima  si limitano a sbeffeggiare e provocare, difficilmente però, avevano mai usato le armi contro. Un segnale  questo, dell’evoluzione in negativo della situazione nel mare del Corno d’Africa e Oceano Indiano dove la partita tra pirati somali e forze militari
internazionali anti pirati sta volgendo a sfavore dei primi. Nel bacino somalo opera la nave da guerra italiana San Giusto nell’ambito della missione internazionale navale antipirateria marittima dell’Ue, Atalanta, di cui ne è la nave ammiraglia e su cui è imbarcato il  comandante di tale forza militare navale, il contrammiraglio Enrico Credendino. L’elicottero colpito era decollato  proprio dal ponte della San Giusto a cui ha poi fatto ritorno incolume.