Intervista con Giorgio Ravaioli, opinionista ed editorialista, fra gli altri, di TeleLombardia: “Il Milan ha poco da lamentarsi se guardiamo al recente passato. Cassano non è da Inter, Stramaccioni un ‘mignottone’ come Liedholm…”

Intervista, Giorgio Ravaioli a LR-News: "Mignottone Strama, come...Ma Cassano che ci fa all'Inter? Milan senza misura!"A derby archiviato abbiamo sentito Giorgio Ravaioli, Milan-Inter è stato un derby anomalo deciso dal gol di Samuel dopo pochi minuti di gioco e non dal signor Valeri. Nerazzurri in crescita ma a gennaio serviranno innesti e Moratti sarà attivo. Parole dure su Cassano, mentre su Stramaccioni paragone con un mostro del calcio italiano: Liedholm. Ecco l’intervista integrale.

L’Inter vince in 10, Allegri si lamenta dell’arbitraggio. Valeri ha davvero influito sul risultato?

Molto meno di quanto hanno inciso gli arbitri dei derby di questi anni. Ricordo il derby con Leonardo, gol in fuorigioco e gol non dato all’Inter sullo 0-1. Derby di Supercoppa italiana girato a favore del Milan con il gol dell’1-1 irregolare per un fallo subito da Stankovic. Nei due derby vittoriosi dell’anno scorso arbitraggi ancora favorevoli al Milan, il gol buono di Thiago Motta e il rigore inesistente su Boateng sono lì a certificarlo. E nessuno all’Inter ha aperto baratri in quelle circostanze.

Samuel andava ammonito e quindi espulso, Allegri fa lo stesso discorso per Juan. Cosa non torna?

E’ vero che Samuel non è stato ammonito ma è anche vero che la prima ammonizione di Nagatomo non c’è. Quindi c’è stata una sorta di compensazione, in ogni caso non è stato un arbitraggio scandaloso, un arbitraggio che mette una patina di imponderabile su una partita che altrimenti avrebbe preso un’altra piega. Il match è stato deciso dal gol dell’Inter dopo 3 minuti, questo ha condizionato l’andamento della gara. Un po’ come successo nell’anno di Leonardo con il gol di Pato al primo minuto, per altro con Robinho in fuorigioco. In quel caso, per esempio, era un derby importante per la lotta al titolo ed ha preso una certa piega anche per le decisioni arbitrali. Oggi la reazione del Milan è smisurata e non tiene per giunta conto del fatto che con l’Inter per 40 minuti in inferiorità numerica i rossoneri non hanno mai dato l’impressione di avere una organizzazione di gioco, di avere un’idea di come fare per arrivare in porta.

Cassano, come spesso accaduto nella sua carriera, è rimasto ai margini in una partita importante. Secondo lei Stramaccioni deve preoccuparsi o il barese questa volta ha subito più che altro l’incrocio con la ex squadra?

Cassano, come dicono a Napoli, è carta conosciuta. Cassano è questo qua, nella sua carriera non è mai stato un vincente. Io non sono un sostenitore di Cassano, tutt’altro. Non ha mai vinto nulla, al Milan è arrivato a gennaio per vincere uno scudetto che i rossoneri avevano già messo in ghiaccio, è stato un comprimario. Da protagonista non è mai stato un giocatore che ti fa vincere, anzi.

Però con la maglia della Samp aveva ben impressionato spingendo i blucerchiati ai preliminari di Champions…

Piccola squadra grande Cassano. Grande squadra piccolo Cassano, è una regola fissa. E quando una squadra ha bisogno come il pane di Cassano per fare il salto di qualità questo è il termometro di una situazione non ottimale. Ieri sera Cassano ha fatto il Cassano, un giocatore che non essendo un vincente e non avendo la continuità del grande giocatore ma avendo soltanto qualche numero, nelle grande partite, non appena il livello si alza anche dal punto di vista della tensione tende a rimanere esterno alla partita. Insomma è un giocatore che non prende mai di petto una partita.

La difesa a tre sembra funzionare, da quando Stramaccioni ha adottato questo sistema l’Inter ha infilato solo vittorie. E’ un caso o davvero il tecnico nerazzurro ha trovato la quadratura?

E’ una difesa a tre molto adattata, ieri sera per esempio abbiamo visto Juan Jesus giocare costantemente sulla sinistra ad andare a chiudere su Emanuelson. E’ si una difesa con tre centrali pesanti dietro ma è anche vero che il brasiliano spesso viene risucchiato su veri e propri compiti impegni di fascia. Stramaccioni ha trovato attraverso questo sistema più autostima nel gruppo, meno permeabilità e maggiore densità a centrocampo che alla fine probabilmente è il vero obiettivo. Infatti togliendo una punta e facendo giocare Coutinho anche con compiti di copertura, come contro la Fiorentina quando ripiegava su Pizarro oltre che ieri sera su Montolivo, il presupposto è quello di avere cinque uomini a centrocampo non tanto il fatto di avere tre uomini in difesa. L’equilibrio è arrivato, di fatto, togliendo un giocatore prettamente offensivo per un uomo in più sulla mediana.

Fase difensiva nettamente migliorata rispetto alle prime giornate, manovra ancora da affinare. In ogni caso è un’Inter in crescita e in grado di lottare per il titolo?

Non mi pare che quest’anno il livello della Serie A sia talmente alto da poter escludere dalla lotta una squadra come l’Inter. Sulla manovra chiaramente le cose non funzionano, c’è bisogno di un regista innanzitutto. La campagna acquisti estiva è quantomeno da rivedere. Se andiamo a considerare il fatto che Pereira e Guarin erano seduti in panca la squadra è stata ancora una volta imperniata su giocatori come Zanetti e Cambiasso che non rappresentano il vecchio ma la tradizione dell’Inter. Questo vuol dire che se qualcosa, in sede di mercato, doveva esser fatto alla fine non è stato fatto.

Livello basso sì, ma la Juventus continua a vincere…

La Juventus che si vede in questo periodo è una squadra che ha dei deficit anche da un punto di vista fisico nell’affrontare il doppio impegno Champions-Campionato, ed autorizza anche l’Inter ad avere delle ambizioni. Posto che, per poter vincere lo scudetto anche in questo livello basso, la squadra di ieri sera ha ancora molto da lavorare. Non ha infatti costruito un’azione lineare, palla a terra.

Stramaccioni e Mourinho. Sono davvero simili, come sostiene anche Moratti, o è solo una suggestione del tifoso, patron compreso?

Stramaccioni è un baldo giovane che ha capito subito la real politik del mondo nerazzurro quindi, come dicono nella sua terra romana, è un ‘mignottone’, ha 36 anni ma dentro di sé ha un vissuto di un ambiente come quello romano di grande astuzia. Lui ha assorbito come una spugna tanta tradizione di allenatori molto furbi che hanno girato per Roma, ed è una tradizione che affonda a Liedholm a Scopigno, allenatori che hanno sempre avuto la capacità di capire qual è il termometro della piazza e di adeguarsi. Lo ha dimostrato l’anno scorso usando i vecchi dicendo che avrebbe fatto giocare i giovani capendo che quello era il sistema per potersi perpetuare alla guida dell’Inter, ancora oggi dimostra di volersi appoggiare su quei giocatori che sono la muratura di Appiano Gentile perchè sa che con quelli, anche se possono dare meno rispetto a qualche anno fa, può avere una certa solidità intorno tenendo insieme la squadra.

Stramaccioni un mignottone, non si arrabbierà come per l’etichetta di provinciale?

Mignottone è l’espressione che Luciano Spinosi attribuì a Liedholm, a Roma è il furbacchione. Tutto questo non dipende dall’età. C’è un dna che gira intorno al cervello importato dal vissuto, è una roba che arriva da molto lontano insomma.

Se l’Inter dovesse arrivare a gennaio con un distacco minimo dalla Juve, quattro cinque punti, Moratti interverrà con un paio di innesti di spessore nel mercato di riparazione?

Le partite come quelle di ieri sena fanno immensamente bene a Moratti perchè è un elemento di grande novità non solo trovare un arbitro non ostile all’Inter in una partita importante ma anche trovare un arbitro sul quale l’avversario ha modo, forse anche con qualche ragione, di potersi lamentare. Il patron nerazzurro ha speso tanto quando ha avuto modo di avere fiducia sulla politica del calcio italiano, il Moratti che ha speso di meno è quello del 2002-03, 2003-04, quando sapeva che lo fregavano. Adesso anche per una serata come quella di ieri io penso che sul mercato di gennaio l’Inter sarà attiva e probabilmente con un paio di giocatori importanti.