Ora, il semantico politichese e più propriamente diplomatico, ci informa che il nostro Ministro degli affari esteri è ‘’sconcertato e allibito’’ di fronte all’ennesimo scarroccio all’8 novembre, (si spera del 2012), del pronunciamento della Corte Suprema di New Delhi in merito alla giurisdizione dell’evento che vede coinvolti i 2 nostri Fucilieri del San Marco. Che, secondo il Diritto internazionale e la Convenzione di Montego Bay sulla Legge del Mare (UNCLOS), è indiscutibilmente dello stato di bandiera – cioè italiano-  visto che la  Enrica Lexie issava il nostro tricolore,  e l’ incidente è avvenuto in acque internazionali. Il ministro nella sua relazione autoreferenziale apparsa qualche giorno fa su Facebook evidenzia l’intenso impegno, suo e del Governo, nei confronti dell’India per ottenere ‘’ragione’’ in termini di diritto da parte di quella che è stata definita la ‘’più grande democrazia del mondo’’?   Forse s’intendeva in dimensioni geografiche, ma non certo nel rispetto di accordi e trattati internazionali: in realtà, il caso dei 2 Fucilieri evidenzia invece una serie di sotterfugi, dall’inizio della triste vicenda, fino a reiterati abusi delle norme basilari delle norme internazionali, e non solo. Anche il trattamento riservato  a qualche nostro ministro in terra indiana, ed ai nostri periti carabinieri inviati nel Kerala per la famosa prova balistica, denotano un comportamento indiano non certo in linea con quello rispettoso del tatto e del tratto, anche prescindendo dal Diritto, che dovrebbe  esistere fra paesi civili, se non amici. Sicuramente il MAE ha avviato un’azione di sensibilizzazione ‘’sottotraccia’’a vari livelli attraverso importanti Paesi e organizzazioni internazionali per trovare una soluzione concreta che consenta di riportare a casa i nostri uomini; sicuramente ha ‘’interessato’’ l’Unione europea e i Paesi membri del Consiglio di Sicurezza delle NU, ma restano seri dubbi sulle denunce formali e ‘’pesanti’’ dei misfatti e sugli abusi indiani che, nonostante tutto continuano : con il risultato finale che, dopo 8 mesi, i nostri 2 Fucilieri sono ancora ostaggi in attesa di giudizio, in India. E’ un bel dire che li rivogliamo a casa!  La sensibilita’ e l’importanza che gli altri danno a questo evento  sono prossime allo zero, quindi o ci muoviamo, ammesso che si sia ancora in tempo, oppure assisteremo a quei nefasti eventi conseguenti alle ormai ovvie decisioni delle ineffabili, pilotate Corti indiane. E’ farsesco affermare che, nel campo della pirateria, il capo della diplomazia europea Mrs. PESC  Catherine Ashton  ha ‘’ concordato con il nostro Premier di rimanere in stretto e contatto  su questa vicenda’’, quando nella relativa conferenza stampa è riuscita perfino a definirli ‘’contractors’’?? (sic!) tanto era il suo interesse nei confronti dei nostri militari di protezione ai mercantili! Anche in sede ONU la protesta fatta -a parte, quasi in sordina- in modo bilaterale con il delegato indiano è solo un fatto mediatico, della serie ‘’avete visto che ci diamo da  fare..’’, ma non serve a nulla: andava denunciata formalmente la ‘’grave violazione dei diritti’’ ,  quale ‘’gross violations’’ a livello dell’Assemblea Generale, pretendendo un deciso intervento  dell’ONU, visto che la gran parte delle operazioni antipirateria nel bacino Somalo avviene sotto la loro egida e le loro Risoluzioni . Ci sono strumenti e azioni previste che discendono dalla stessa Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo(1948) e dai conseguenti ‘’Patti Internazionali’’ (1976) per la loro applicazione giurisdizionale :abbiamo mai denunciato tale situazione all’ECOSOC (Comitato per l’attuazione dei diritti civili, sociali, ecc) deputato a recepire la disapplicazione dei diritti secondo tali famosi Patti internazionali ? Qui non si tratta di polemica, di creare stato di conflitto India vs Italia, ma di sostanziare il disagio e il disappunto nei confronti di uno Stato- l’India- che pur avendo ratificato i predetti trattati internazionali ora li disattende, in modo abusivo, lesivo di ogni diritto,  peggio degli stessi pirati. L’India, nonostante sia il primo beneficiario, più di ogni altro Paese delle ricadute dalle attività di contrasto alla pirateria nell’oceano Indiano rischia di minarne le fondamenta scoraggiando i Paesi partecipanti ad aderire ulteriormente all’onerosa e, a questo punto, giuridicamente pericolosa, esposizione dei propri equipaggi impegnati nel contrasto della pirateria. Molto modestamente, ma in modo veramente convinto, come risposta all’ esortazione del Presidente della Repubblica di ‘’fermare le manifestazioni (pro i 2 Marò),  c’è bisogno di proposte ed azioni da fare’’ avevo riflettuto su tale ‘’compito’’e poi,  con un articolo del 21 maggio pubblicato su questo stesso sito (e inviato anche direttamente al nostro  PdR, da cui non ho avuto alcun cenno di risposta..) avevo suggerito alcune misure che, se attuate “in escalation”, avrebbero potuto esercitare sui nostri “alleati euro-atlantici” e sull’Onu una pressione graduale, costringendoli se non altro a mostrare i loro intendimenti ed  il loro ‘’gioco’’. Invece l’atteggiamento attendista e remissivo dello Stato Italiano (siamo stati accusati di terrorismo e associazione per delinquere!) non ha fatto altro che alimentare le aspettative di gran parte della popolazione indiana, ansiosa di rifarsi di secoli di servitù e di umiliazioni, visto che ora gli si presentava un’occasione unica: dare una bella lezione ad un Paese occidentale. Gli stessi indiani, di là dalle loro vicende politiche interne    (l’ “italiana” Sonia Ghandi, odiata da buona parte della popolazione) gonfiano il petto nel sentirsi additati quale grande potenza e non par loro vero di far pesare questo nuovo “status” su malcapitati esponenti di una Nazione occidentale ritenuta  in declino.  Il fondato timore è che, nonostante le ripetute asserzioni di fiducia nella giustizia indiana del nostro Governo ed essere ‘’sbalorditi ed allibiti’’ a scoppio ritardato, dopo 8 mesi di ingiusta carcerazione!!, sussiste la forte e autentica  ‘’preoccupazione’’ che tale semantica voglia stigmatizzare e significare che sta per arrivare il peggio: l’Alta Corte di Nuova Delhi è in procinto di dare parere positivo al processo in India… processo dall’esito ampiamente scontato a causa della manomissione delle prove, delle testimonianze e delle perizie. Tanto più che se i nostri Fucilieri dovessero andare prosciolti, le Autorità del Kerala sarebbero sbugiardate e l’opinione pubblica non avrebbe nessuno su cui rivalersi. Non solo: i nostri Militari potrebbero pretendere un giusto risarcimento per l’arbitraria detenzione e non mi pare che gli indiani, finora solleciti nell’arraffare lo sarebbero altrettanto nello scucirli.

Molto più facile quindi arrivare a un verdetto di condanna e sancire il lavoro “esemplare” della polizia e della magistratura keraliana;  immaginare cosa i nostri vertici politici e militari abbiano in mente di fare in un caso del genere, sempre che abbiano preventivato una tale eventualità, resta un enigma. Peraltro se i nostri Militari dovessero essere imprigionati (!) sfumerebbe anche la possibiltà di un impiego “indolore” della forza… mi sembra che la stessa miopia  che ha lasciato che Latorre e Girone venissero intrappolati, stia ora conducendo l’Italia intera in una nuova trappola, senza che nessuna voce si levi alta!  ‘’In ogni caso, nella denegata ipotesi in cui sia confermata la giurisdizione indiana sulla vicenda – cosa anche possibile, purtroppo’’ – il MAE sostiene che, ‘’continueremo a batterci legalmente con ogni mezzo per affermare l’incidentalità di una morte tristissima – quella dei due pescatori indiani –  eventualmente attribuibile ai nostri due Marò..’’ :tali affermazioni e la sottolineatura che la prossima sarà una settimana decisiva, sembra voler dire che sta finendo male! Spero vivamente di sbagliarmi ! Ma, ora più che mai, c’è bisogno di ‘’ urgent actions’’ mettendo in atto quelle misure a suo tempo suggerite, ma soprattutto e rapidamente anche le seguenti . La prima: per spezzare quel silenzio totale calato sulla vicenda di cui i media indiani non parlano più da qualche tempo e far capire al mondo che l’Italia tiene ai suoi 2 Marò, è necessario attivare una iniziativa a forte connotazione mediatica. In occasione del GP dell’India che si correrà presso il Buddh International Circuit il prossimo 28 ottobre,  la scuderia di Maranello potrebbe applicare adesivi di colore giallo a forma di fiocco sulla carrozzeria delle autovetture, per manifestare solidarietà nei confronti dei nostri Militari Massimiliano Latorre e Salvatore Girone illegalmente detenuti in India da ormai oltre otto mesi.   La seconda: siccome l’India sta per  assumere la presidenza del Gruppo di Contatto sulla pirateria nel bacino Somalo  (CGPCS) e con questo tenterà di ottenere progressi  e ‘’guadagnare punti’’ all’ONU nella lotta globale alla pirateria,(e per il suo seggio permanente!) sarebbe un’ eccellente occasione per ritirare dall’attività antipirateria le nostre Navi militari, con adeguata enfasi mediatica mondiale, a meno che gli indiani non vengano a più miti consigli. Ciò peraltro in linea con quanto di recente affermato dallo stesso nostro Premier all’ONU per cui ‘’l’erosione dell’esclusiva giurisdizione dei singoli Stati sui militari in servizio…danneggerebbe la stessa sostenibilità di tutte le missioni ONU di peacekeeping..’’ Almeno ora che siamo in ‘’zona cesarini’’  si eviti di dire che nel caso malaugurato di una decisione indiana faremo diverse ‘’azioni pesanti’’, ma quali?! ; Invece si  pongano in essere, finché c’è ancora un minimo di tempo residuo , oltre la duttilità diplomatica finora mostrata invano, la dovuta fermezza e capacità di farsi valere e mostrare ‘’la bandiera’: la stessa che con estrema dignità ed orgoglio portano –loro sì- sulle  uniformi i nostri 2 Fucilieri del San Marco.

Giuseppe Lertora