Juventus-Napoli non è solo disputa per la vetta classifica, ma è anche l’occasione che i partenopei attendono per rivalersi del contestatissimo match di Pechino. Inter pronta ad accorciare le distanze dalle capoliste. Allegri, ultima  chance con la Lazio di Petkovic?

 

Il testa a testa tra le due capolista Juventus e Napoli, il match clou dell’ottava giornata di campionato, ha l’unico neo di giungere troppo presto per essere decisivo per lo scudetto. Ma non per questo la partita si presenta meno affascinante, anzi promette scintille per l’importanza della posta in palio: ci si gioca il primato assoluto in classifica e non solo. Infatti, Juventus-Napoli non è solo lotta per la vetta del campionato. Troppo vicino è il ricordo della contestata gara di Super Coppa italiana perché i partenopei non possano nutrire sentimento di rivalsa.
L’11 agosto scorso, il Napoli non digerì la sconfitta di Pechino, soprattutto per come arrivò, gli azzurri contestarono duramente la direzione arbitrale di Mazzoleni che espulse Pandev, Zuniga e infine mister Mazzarri, condizionando non poco l’andamento della partita. Il disappunto della squadra di Mazzarri culminò nel gesto plateale di disertare la cerimonia di premiazione. I motivi per assistere a una partita vibrante ci sono tutti, ma a qualcuno ciò non è parso abbastanza, tantoché, approfittando della lunga pausa che ha preceduto la gara, ha scientemente insufflato veleno caricandola di tensioni inutili che potrebbero anche nuocere all’ordine pubblico.

In queste due lunghissime settimane senza calcio, per le qualificazioni ai mondiali della nazionale, i media, per tenere alto l’audience dei lettori, si sono inventati di tutto, caricando di veleni il big match di sabato, dei quali certamente se ne poteva fare a meno. Quattordici giorni in cui si sono disseminati polemiche e sospetti di ogni genere. Sui giocatori impegnati con le proprie selezioni che avrebbero fatto di tutto per rientrare anzitempo in sede (Vidal espulso con il Cile e Pandev squalificato per essere stato ammonito nella gara contro la Croazia) e preparare al meglio la gara di sabato sera. Si è congetturato addirittura che Cesare Prandelli durante gli allenamenti degli azzurri avrebbe riservato agli juventini un trattamento di favore, risparmiandoli. Si è dubitato che Buffon abbia simulato un infortunio per non giocare contro la Danimarca. Meno male che tutto questo cancan sta per essere soppiantato dal campo, da una partita che siamo sicuri non tradirà le attese di milioni di spettatori, la quale avrà come degno teatro di cotanto spettacolo lo Juventus Stadium di Torino. Non c’è da aspettarsi alcun verdetto definitivo da questo match: otto giornate sono troppo poche per emettere sentenze, anche in caso di vittoria di una delle due contendenti, ma un’idea di massima, quella sì, potremmo farcela.

Intanto alle spalle delle prime della classe, Inter e Lazio tiferanno perché la partita di Torino finisca con un nulla di fatto, e accorciare così le distanze dalla coppia di vertice. I nerazzurri sulla carta hanno il compito più facile, a San Siro incontrano il Catania di Maran, gli etnei in questo primo scorcio di campionato si sono affermati come la squadra rivelazione del torneo, ma in trasferta non sono imbattibili, infatti, degli ottimi 11 punti che vantano solo uno è stato conquistato in campo esterno contro la Roma di Zeman.
La Lazio, invece, ospiterà l’enigma Milan, partita che per l’ennesima volta sa di ultima spiaggia per Massimiliano Allegri. In caso di sconfitta, difficilmente la dirigenza rossonera gli concederà ulteriori bonus: “Conte Max” se li è giocati tutti.
Da tenere sotto osservazione anche l’incontro di Marassi tra il Genoa e la Roma, match che ci permetterà di capire se il trend altalenante dei giallorossi è una costante o c’è un’inversione di marcia, ma anche di tastare il polso della situazione dei travagliati rapporti tra Zeman e il duo De Rossi – Osvaldo. Vedremo se il litigio tra i tre è stato solo una nuvola passeggera subito rientrata, oppure si tratta qualcosa di più serio che potrebbe presagire alla cessione di uno o di entrambi i ribelli, in particolar modo di “capitan futuro”, costantemente tentato dalle sirene del Psg e del Manchester City. Al campo la parola.
Salvatore Grasso