La vendita di semi di cannabis, in negozio e online, anche se accompagnata da indicazioni su coltivazione e resa, non costituisce reato di istigazione all’uso di stupefacenti. Questa volta a dirlo una volta per tutte è la massima autorità giudiziaria, le Sezioni Unite della Corte Suprema di Cassazione, in merito al caso del negozio online semitalia.it che aveva portato all’arresto dei suoi titolari. Accogliendo le argomentazioni difensive dell’avvocato Carlo Alberto Zaina, consulente legale Aduc in materia di stupefacenti, la Cassazione ha affermato -come già numerosi altri tribunali (tra cui Bolzano, Firenze, Rovereto e Cagliari)- la liceità della vendita di semi online, vendita che non costituisce reato di istigazione, induzione o proselitismo all’uso di sostanze stupefacenti anche se accompagnata da informazioni o strumenti per la coltivazione.