In tema di annunci mediatici siamo davvero imbattibili; non appena si profila un momento topico istituzionale per cui si deve, giocoforza, ricordare i nostri 2 fucilieri di Marina illegalmente detenuti in India, dallo scorso 15 febbraio, ecco piovere un sacco di annunci,allocuzioni che li ricordano e che li rivogliono in Patria. Nel giorno della ricorrenza della festa della Marina, lo scorso 10 giugno, a Venezia, tanti discorsi senza che seguisse alcuna azione seria; qualche giorno fa,il 4 novembre, in occasione della Festa delle Forze Armate, tutti i Vertici si sono sperticati nell’auspicio di rivolerli a casa, anche prima di Natale (c’è stato il pudore di non specificare di quale anno…): per un momento la gente si era illusa che eravamo ad una svolta importante,ma invano! Il Presidente della Repubblica  ha formalmente promesso di non lasciarli soli e che ‘’ continueremo a compiere ogni tenace sforzo per riportarli a casa. Manifestiamo la nostra vicinanza e gratitudine con particolare affetto e ansietà per chi è privato della libertà..’’. Ma, al tempo stesso, affermando  che..’’ sono detenuti a causa di una insufficiente garanzia di tutela dell’impegno esplicato nella missione internazionale contro la pirateria nell’ Oceano Indiano’’… Tuttavia, di quella tenacia così fortemente auspicata non si vede riscontro, né si  avvertono azioni che  manifestino la reale volontà e determinazione a riportare in Patria, davvero, i nostri 2 fucilieri del San Marco.  Se la tenacia si sostanzia con lo sdoganamento del decreto legge che formalizza l’accordo stipulato lo scorso 10 agosto, fra Roma e Delhi, riguardante ‘’lo scambio’’ di delinquenti comuni, prigionieri nelle rispettive carceri, allora stiamo freschi! Dalla padella alla brace, con ignominia : bel risultato, quella legge, che non tiene di conto dello status di militari e della loro dignità ed orgoglio che, eppure, hanno dimostrato d’averne da vendere, anche nel corso della loro detenzione!! Anche il nostro premier ha promesso di ‘’ cercare e perseguire una soluzione che riporti in Patria  i nostri 2 marò, nel più breve tempo possibile’’: speriamo solo non con uno scambio con delinquenti comuni indiani condannati in Italia. I prossimi appuntamenti istituzionali sono: il Giuramento solenne del 4 dicembre in occasione di Santa Barbara, protettrice della Marina e la ricorrenza del Santo Natale 2012: anche lì avremo degli ottimi pensieri, saranno riproposte promesse reboanti, faremo annunci speranzosi che il giorno dopo saranno ricoperti da cronache polverose, quanto inutili, dai nostri gravi e reali problemi economici, dalle ‘’boutade’’ dei nostri statisti, dalle bagarre dei nostri politici, da qualche scandalo sessuale o di qualche neo ‘’batman-gate’’con le tasche piene di soldi altrui. Poi se ne riparlerà alle prossime occasioni, rimarcando la volontà, la vicinanza, il desiderio di riportarli a casa, ecc,ecc. Per molti italiani, quelli che credono davvero nelle Istituzioni, e in chi le difende anche a costo della propria vita, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone restano in cima ai (nostri  e) loro pensieri, e non c’è ‘’spread’’, scandali pelosi, Porcellum o altro, che possano prenderne il posto. Ma questi sentimenti  dei benpensanti debbono essere tradotti  in ‘’actions’’ da parte di chi ci governa, che sia tecnico o meno: esiste una precisa etica della responsabilità che lo impone, al di là degli annunci. Nelle parole del Presidente, oltre la speranza, emerge un’accusa (o autoaccusa) piuttosto pesante; quella di non aver tutelato a sufficienza il loro impegno nelle missioni antipirateria!  Infatti, la legge sui Nuclei Militari di Protezione, come tutte le leggi, è approvata dal Parlamento e  ratificata dal Colle, o no? Se abbiamo commesso errori nello stilare e promulgare la legge, non tutelando a sufficienza i nostri Fucilieri, perché non ci facciamo in quattro – anche con azioni piuttosto ‘’tenaci’’ – per riportarli dignitosamente a casa, affinché siano giudicati, secondo il Diritto internazionale, presso i nostri Tribunali?            Ci sono quindi ‘’colpe’’ per carente tutela nell’emanazione della pertinente normativa che le Istituzioni devono accollarsi, e ci sono Diritti che uno Stato sovrano deve pretendere senza genuflettersi, in quanto a carattere Internazionale, ratificati e sottoscritti da entrambi gli Stati in questione : le spinte e le motivazioni per agire con tenacia e determinazione ci sono tutte. Basta non lasciarsi ‘’soccombere’’ dalla sobrietà diplomatica, dal riserbo, dal guanto di velluto… o forse dalle ragioni di un business fra le due Nazioni che, tanto per cambiare, sta naufragando fra le carte dei giudici per presunte, vergognose  corruzioni e tangenti nel favorire contratti con gli indiani. Certo che la nostra credibilità con l’India e non solo, la tanto decantata credibilità, non si accresce con gli intrallazzi industriali, né con le posizioni morbide, né con le elargizioni  monetarie  ex-gratia , né infine con gli annunci di buona speranza e volontà. Forse, però, sfruttando il secondo concetto sulla ‘’insufficiente garanzia dei NMP, di cui alla nostra legge 130/2011’’ espressa dal P.d.R. , visto che l’India è sempre più alle prese  con la pirateria e sta tentando di varare le norme che regolano i nuclei imbarcati sulle proprie navi mercantili che transitano in Oceano Indiano, potremo far leva sui dubbi che tale normativa sta sollevando anche da loro, per ribadire la giurisdizione internazionale sul caso. Infatti, il Governo indiano sta insistendo affinché il CISF (Central  Industrial Security Forces) a capo degli analoghi NMP- fatti da guardie private, per proteggere i mercantili indiani dai pirati somali-  si assuma tale compito, ma l’organismo è assai reticente ad assumersi tale responsabilità. Ciò, poiché, se non è fatta chiarezza sulla catena di Comando e sulle responsabilità decisionali, ma soprattutto- insistono giustamente-  se non viene garantita la rigorosa applicazione della UNCLOS (Convenzione della legge del mare, di Montego Bay), il grosso rischio è che finiscano per trovarsi in situazione analoga a quella dei nostri 2 Fucilieri (articolo del ‘’The Times  of India’’  dello scorso ottobre, all’argomento). L’incidente occorso, anche se tutto da confermare, ha fatto trarre in arresto –seppure con l’inganno- i 2 fucilieri, con l’accusa di omicidio nei confronti di inermi?? pescatori, e fatto sequestrare la nave su cui erano imbarcati, ancorché l’incidente fosse avvenuto nell’Alto Mare, ben al di fuori delle acque territoriali indiane. L’incidente ha aperto, come noto, un’accesa diatriba sulla titolarità dell’India a esercitare la giurisdizione, al di fuori del proprio territorio, o acque territoriali. L’UNCLOS, sottoscritta da 162 paesi, fra cui l’India, stabilisce inequivocabilmente che il territorio di una Nazione si estende 12 miglia dalla costa, e che la legge penale dello Stato limitrofo vale  entro tale limite: oltre, solo per reati connessi con l’immigrazione, l’evasione delle tasse, e inquinamenti. L’incidente in questione è avvenuto oltre le 20 miglia dalla costa, ma l’India stessa, con le sue ineffabili Corti nega- almeno finora-  la possibilità che la giurisdizione sia italiana, in disaccordo con il Diritto Internazionale. Di più, gli NMP, costituiti da militari di uno Stato, sono destinatari di immunità speciale, anch’essa negata dalle stesse ineffabili Corti,- come nel caso italiano- pur essendo acclarato che essi non avevano intenti criminali, ma stavano difendendo e proteggendo degli equipaggi . ‘’Se uno Stato come l’India non rispetta l’ UNCLOS, come possiamo pensare che un labile stato come la Somalia, che ha interessi con la pirateria, possa onorare le Convenzioni internazionali, qualora capiti un caso come quello dei 2 Fucilieri italiani?’’  afferma una fonte ufficiale del CISF, con palese preoccupazione. Il Governo indiano è altrettanto preoccupato della risoluzione della Corte di Delhi sul caso per gli effetti che può avere sulla motivazione e sul morale dei loro ‘’contractors’’, anche se pensano machiavellicamente che offrendo loro un bel po’ di denaro, possano convincere i più giovani a fare tale rischioso lavoro: certo è un bell’esempio di ‘’civiltà’’, qualora ce ne fosse ancora bisogno! Perché allora non sfruttiamo ‘’tenacemente’’ quest’opportunità, visto che l’India ha assunto da poco anche la Presidenza del Gruppo di contatto per il contrasto della pirateria in Oceano Indiano? Se non si vogliono usare le maniere forti, perché non sfiliamo  le  nostre Unità Navali dai Task Groups almeno quando chiamate a  proteggere  i mercantili indiani? La melina giuridica e la duttilità diplomatica non possono continuare all’infinito; o si pongono in essere azioni vere e reali che mettono l’India con le spalle al muro e di fronte alle proprie responsabilità legali- internazionali, concretando  dopo 9 mesi ogni possibile azione, o altrimenti aspettiamoci  che i magistrati indiani scarroccino ancora la data di udienza, dopo un altro periodo di meritate ferie(?), dopo il 19 novembre. Non si può più aspettare i comodi della Corte Indiana, né procedere con passi felpati e ‘’felucati’’ quando abbiamo due marinai detenuti illegalmente nel buco nero del Kerala; né possiamo sopportare altri  annunci  nelle prossime ricorrenze senza ricambiarli con fischi ed improperi , o peggio : i benpensanti sono stanchi delle beffe e dei soprusi indiani, ma anche degli annunci e delle  promesse italiche!

Giuseppe Lertora