Tante volte abbiamo scritto sui Fucilieri del San Marco, stando sempre al loro fianco, denunciando i soprusi e gli abusi indiani, e aspettando – non senza dubbi- questa bella notizia del loro rientro in Patria; col loro arrivo si è avverato un sogno , un’improbabile profezia. Ma mentre quella dei Maya del giorno prima, il 21.12. 2012, per fortuna si è rivelata una bufala, il ‘’day after’’ è stato per loro e per tutti noi, un giorno straordinario e davvero felice: una rinascita fantastica, una nuova alba della loro finora triste storia. Una bella notizia che ha investito tutti, o quasi; la concessione della licenza natalizia in suolo italico, più di ogni altro fatto mediatico ci ha regalato emozioni particolari; soprattutto il loro comportamento fiero e senza protagonismi ha portato una ventata di orgoglio nazionale come non succedeva da qualche tempo. Tante attenzioni, dai rappresentanti di Governo, dalla famiglia marinara, da tanta gente comune, fino al Primo cittadino : un abbraccio italico li ha ricevuti con grande calore ed ammirazione; tanti erano in prima fila per celebrare giustamente il successo del rientro; tanti’’ padri’’ che fino a ieri erano dietro le quinte oggi sono in prima linea. Vero è che il successo e la vittoria hanno tanti padri, ma speriamo che se ci saranno malauguratamente delle successive sconfitte, queste non siano – come al solito – orfane. La Marina li ha ricevuti, ma non ci sono stati festeggiamenti ; non era il caso e tutto è stato fatto all’impronta della sobrietà, con un pranzo di ‘’corpo’’ a Roma dopo il lungo viaggio. Ma non sono mancate alcune voci, per fortuna assai isolate, non proprio a favore del rientro; il Codacons, addirittura sembra abbia sporto denuncia alla Corte dei Conti per le spese sostenute – con danno erariale- per far rientrare i 2 Fucilieri: c’è da chiedersi se la stessa denuncia sia stata fatta per il rientro della Sgrena, delle Simone, di Mastrogiacomo e tanti altri!! e si sia denunciato anche lo spreco dei riscatti pagati. Con una piccola differenza che loro, i 2 Fucilieri, non erano né in vacanza alle Seychelles, né erano a bordo per una crociera in Oceano Indiano, né erano ‘’battitori liberi’’ in teatri a rischio, ma svolgevano un compito ‘’comandati’’ dal nostro Stato a protezione di nostri connazionali! Un rientro , quello dei 2 Fucilieri- dopo 10 mesi di detenzione in India – accusati in modo arbitrario di aver sparato dalla nave Enrica Lexie, che era in Alto Mare, contro 2 pescatori indiani scambiati per pirati; ciò nelle more che la Corte Suprema di New Delhi si esprima sulla giurisdizione, sul diritto a processarli che, secondo il Diritto internazionale è esclusivamente dello Stato di bandiera, e cioè indiscutibilmente italiano! In questi 10 mesi il diritto internazionale è stato quantomeno negletto, così come l’immunità funzionale di cui sono destinatari i 2 Fucilieri, in quanto militari in missione; non va sottaciuto, né dimenticato, ora, con la ventata buonista natalizia che i colpi di scena, gli inganni, gli abusi, i soprusi e gli sberleffi da parte indiana sono stati innumerevoli creando rabbia e malumori nella pubblica opinione italiana, amplificati dalla scarna incisività delle nostre azioni diplomatiche condotte in quel notevole arco di tempo. Ciò che ha maggiormente indisposto è stata la serie d’inganni, sotterfugi e ‘’fole’’ con cui gli indiani hanno gestito l’intera vicenda ed i conseguenti particolari aspetti (dalla controversa posizione relativa fra la Lexie ed il peschereccio, alla risibile perizia balistica, all’applicazione farsesca del loro diritto anche in acque extra-territoriali, alla coatta cattura dei fucilieri, ecc) a partire dall’invito ingannevole a far entrare la nave a Kochi per riconoscere una barca di presunti pirati, quella del Saint Anthony. Grande entusiasmo per il loro rientro, tuttavia offuscato da una serie di ‘’condizioni e di controlli’’ nei confronti dei 2 Leoni che debbono essere monitorati, dal loro indirizzo, ai loro cellulari, alla cauzione di 820000 euro, alla dichiarazione giurata del nostro ambasciatore Sanfelice in India, fino alla ‘’promessa’’ di rientrare a Kochi entro il 10 gennaio per assistere alle udienze successive delle Corti. ‘’Non è tutto oro ciò che luccica’’; spesso dietro il luccichio si nasconde una realtà ben diversa; in questo caso dietro la bella notizia del rientro si nascondono grattacapi sensibili e decisioni non facili con l’inizio del nuovo anno, quando i 2 Fucilieri ‘’dovrebbero’’ rientrare in India. Effettivamente la nostra magistratura che, come noto, aveva aperto un fascicolo nei confronti dei 2 Fucilieri, dovrebbe –visto che sono ora sul suolo Patrio titolato alla giurisdizione secondo il Diritto internazionale- poterli interrogare, istruendo un processo che ne richiede la presenza in Italia, condizionandone quindi l’espatrio, e dunque il ritorno in India. Tutti sanno molto bene che il potere e le responsabilità giudiziarie esulano da quelle politiche e diplomatiche, e questo vale da noi, come in India;la Procura di Roma avrebbe tutto il diritto, ed anche il dovere, di attuare una custodia preventiva dei 2 Fucilieri, esattamente come è avvenuto in India, a prescindere da accordi politico-diplomatici o promesse che sul piano della giustizia non rilevano affatto. D’altronde la negazione di tale potestà e il loro rientro a Kochi, equivarrebbe ad avvalorare la tesi che l’India ha la sola e piena giurisdizione sul sinistro. Una bella gatta da pelare, non c’è che dire ; ma almeno potremo porre una ‘’condizione’’ anche da parte italiana, visto che gli indiani ce ne hanno poste a bizzeffe : che l’auspicata decisione della Corte Suprema (che doveva concretizzarsi nell’arco dei trascorsi tre mesi) in merito a chi compete la giurisdizione del caso,abbia luogo entro, e non oltre, il 9 gennaio 2013, comunque in tempo utile per la ‘’final decision’’ del nostro Governo che peraltro aveva espresso la massima fiducia nel rapido verdetto della stessa Corte indiana. . Tale richiesta diviene condizionante e deve subordinare l’eventuale rientro dei 2 fucilieri, prevista per il giorno 10 gennaio, ammesso e non concesso che il nostro potere giudiziario non ponga in atto –comunque- il predetto fermo precauzionale per il successivo processo dei 2 Fucilieri. Qui non si tratta di onorare una promessa fatta e semmai estorta con tutta una serie di ‘’condizioni’’ che la rende, di fatto, e nella sostanza non infrangibile, ma di far valere le prioritarie ragioni istituzionali e internazionali ,e quelle di 2 elementi che sono parte integrante dello Stato stesso. Di fronte a situazioni così drammatiche e deteriorate, vale la pena richiamare quella massima saggia e ‘’gold’’ che l’Ammiraglio Da Zara, fulgido esempio di combattente dei due conflitti mondiali e di dirittura morale – usava, rendendo ‘’la pariglia’’ nei confronti di ‘’strafottenti’’ o gente che avversava l’onore dell’Italia , con inflessibilità e rigore per il bene supremo dello Stato .’’ Ad un Marinaio, un Marinaio e mezzo!’’ Che almeno in questa drammatica circostanza i nostri Capi non facciano prevalere considerazioni relativistiche dando la priorità al politically –correct, dissertando sul concetto della ‘’promessa’’, ma ad inganno si risponde con la stessa moneta: i nostri 2 Fucilieri non debbono rientrare in India, costi quel che costi! E, forse, anche gli indiani è quello che si aspettano per uscire da un’ antipatica impasse, senza perdere la faccia al loro interno ; per l’Italia, sicuramente, val la pena pagare lo scotto del pegno pecuniario e anche di prendersi qualche rimbrotto diplomatico: il saldo sarebbe comunque del tutto positivo! Con gli auspici che il 2013 sia foriero di grandi risultati e soddisfazioni e….. con i più sinceri, meritati AUGURI a Max e Salvo.
Ammiraglio Giuseppe Lertora