mpsLa vicenda del Monte dei Paschi di Siena, per quanto riguarda la vecchia gestione, è tuttora al centro dell’azione giudiziaria e dei commenti politici, intrecciandosi inevitabilmente con i toni accesi della campagna elettorale.

Mentre il governo e i nuovi vertici dell’Istituto rassicurano risparmiatori – azionisti e depositanti – sull’affidabilità della banca e del sistema, ricordando tra l’altro che l’intervento governativo non è un salvataggio ma un prestito convertibile in azioni, si intensifica l’azione delle procure sull’operato dei precedenti amministratori : le nuove accuse vanno ora dall’aggiotaggio alla truffa fino alla stessa associazione a delinquere, anche in relazione alle modalità dell’acquisto di Antonveneta e di tutte le contestuali operazioni finanziarie, la cui documentazione risulta spesso occultata o manipolata. E’ così in discussione lo stesso operato degli organi di vigilanza come Consob e Banca d’Italia, per i quali si potrebbe prospettare il reato di omesso controllo.
Molti correntisti si sono presentati per chiedere spiegazioni nelle sedi del Monte Paschi, che resta il terzo gruppo finanziario-creditizio italiano. Per il danno che un eccessivo allarme potrebbe arrecare alla credibilità del sistema e le imprevedibili conseguenze di un diffuso panico, la stessa magistratura ha dovuto precisare che le indagini riguardano esclusivamente la vecchia gestione, mentre «nessuna informazione è stata, né sarà diffusa in considerazione del rispetto dovuto al segreto investigativo, al mercato ed ai risparmiatori». C’è da chiedersi se davvero, per l’occasione, si interromperà il costante e attivissimo filo diretto redazioni-procure. Il clima elettorale, certo, non rasserena.

GLC