Ancora una volta , nella vicenda dei 2 fucilieri, ha prevalso l’adozione dell’estetica della responsabilita’ istituzionale anziché dell’ etica, soprattutto statuale. L’etica della responsabilita’ prevede, infatti, che ognuno si faccia carico delle proprie azioni, in rapporto ai ruoli rivestiti e ai diversi livelli: la responsabilita’ non puo’ mai essere delegata, ma viene ritenuta –che piaccia o meno-da chi ‘’comanda’’. L’effettuazione di un compito,invece, presuppone una responsabilita’ assai limitata e circoscritta da precise regole –come nel caso specifico dell’antipirateria con ben definite Regole di Ingaggio-. Oggi, assistendo alle quotidiane vicissitudini dei 2 fucilieri del San Marco, sembra che questi concetti basilari siano stati annichiliti a favore di più comodi comportamenti estetici che, rispondendo alla moda del politically-correct, potrebbero apparire perfino logici Sotto questo profilo aver rimandato in India i 2 fucilieri e’ stata un’abile mossa estetica, ma priva di etica della responsabilità e di senso-ragion di Stato. Le promesse, fatte con la coercizione, nei confronti di due detenuti, non hanno alcun valore; ne’ possono averne con chi ci ha ripetutamente ingannati e continua a farsi beffa del nostro Stato, con contraccolpi alla sovranita’ ed alla nostra reputazione internazionale. Se loro, gli indiani, sono i primi a ‘’gabbare’’ e a giocare sporco, e l’hanno fatto fin dall’inizio, catturando subdolamente i 2 fucilieri e sequestrando la nave Enrica Lexie, allora non possiamo ‘’porgere l’altra guancia’’ alla pseudo-giustizia indiana. Restituirli e’ stato un errore in cui ha prevalso la sciocca estetica di mantenere una promessa priva di senso; una strada piu’ facile per lo Stato italico che non potendo o volendo mostrare fermezza e ‘’muscoli’’, ha preferito ‘’scaricare a massa’’ e mantenere la parola data, quindi lavarsene le mani. Le promesse non sono Giuramenti alle Istituzioni; si mantengono con chi le mantiene, non con gente inaffidabile e irrispettosa delle regole del Diritto internazionale e dell’immunita’ funzionale di quei 2 marinai; non con gente che puo’ essere considerata alla stregua dei pirati, visto che opera con trappole giudiziarie di ogni tipo, disconoscimenti di consuetudini e norme internazionali, bluff sulle risibili perizie balistiche, pietismi fuori luogo e strumentali. Anche la nostra magistratura ha glissato non trattenendoli per processarli in suolo patrio, come auspicato e dovuto; li abbiamo rispediti al mittente indiano (’’sensibile e umanitario’’ ,per aver concessa la licenza natalizia!!), avvalorando la tesi sulla giurisdizione indiana e cosi’ sottomettendoli –una volta di piu’- al loro superiore, candido ed oggettivo giudizio! Avremmo potuto appellarci anche all’immunita’ funzionale, che prescinde dal luogo e dalle acclarate 20,5 miglia –fuori dalle loro acque territoriali- in cui e’ avvenuto il presunto omicidio dei 2 pescatori, che proprio inermi e disarmati non erano. Avremmo potuto magari fare meno ‘’rumore’’ agli alti piani per il loro arrivo, manifestando invece una piu’ concreta vicinanza e condivisione della loro innocenza che, a quanto pare, hanno ribadito direttamente anche nell’interrogatorio con i giudici romani . Li abbiamo restituiti ai loro giustizieri, ma abbiamo tenuto fede ad una promessa: davvero un’ etica vincente! Ora continuiamo a sperare nella clemenza delle Corti indiane, se e quando decideranno di riunirsi per deliberare in qualche modo sulla sorte dei nostri fucilieri; ora confidiamo nel ‘’buonismo’’ della loro Grande democrazia, incrementato dal rientro dei 2 maro’, affinche’ sia mossa a compassione verso gli italici. Un popolo da cui si levano oggi voci stonate di alcuni opinionisti, si fa per dire, che, privi di ogni etica vogano sistematicamente contro, con diffusione incontrollata di menzogne e di luoghi comuni antimilitari. Alcuni appartengono alla schiera dei ‘’giustizionalisti’’ che preferiscono due innocenti in prigione, anzi dieci innocenti dentro, piuttosto che un colpevole libero, secondo il loro ben noto ‘’garantismo liberale giudiziario’’. Altri,‘’pietisti pelosi’’ sostengono, non si sa su quali prove strampalate e quali strumentali indizi che, comunque – i 2 fucilieri-sono mercenari ed hanno ucciso ?! due poveri ed inermi pescatori keralesi, anche se erano armati ed hanno agito da pirati, e sono stati fatti oggetto di ogni avvertimento preventivo, sparando in aria e, solo alla fine, quando pericolosamente vicini alla Lexie, a proravia del peschereccio, in acqua : per costoro la condanna e’ gia’ scritta e magari con l’aggiunta di un lauto compenso alle famiglie ed all’armatore, come se non avessero gia’ avuto a sufficienza compensi ‘ex-gratia’. Poi c’e’ la schiera dei ‘’cerchiobottisti’’, grandi commentatori di missive inviate ai giornali di opinione, che in modo del tutto incoerente rispondono a quesiti sulla vicenda dei 2 fucilieri a seconda ‘del vento’ che tira barcamenandosi vergognosamente senza mai prendere posizione univoca. In alcuni casi, dopo aver sostenuto che l’Italia ha ragione da vendere per pretendere che siano processati a Roma, che hanno anche l’immunita’ funzionale per diritto e non per benevola concessione, ora sostengono che tutto sommato l’India ha ragione nel pretendere la giurisdizione perche’ l’incidente e’ avvenuto nella Zona contigua, a 20 miglia dalla costa, e perfino nella Zona Economica Esclusiva che si estende a 200 miglia: una bella elasticita’ mentale e territoriale su cui basare le proprie pretese, anziche’ rispettare le 12 miglia che valgono per tutti i paesi al mondo! Se cio’ valesse anche per l’Italia, avremo delle prerogative straordinarie in termini di Diritto internazionale; con le 200 miglia potremo estendere la nostra ora ‘nana’ ,e orfana, giurisdizione fino ad invadere l’ Albania, la ex-Yugoslavia e anche la ‘quarta sponda’ libica! Infine appaiono sempre piu’ spesso gli ‘’antimilitari’’ per principio che, con commenti subdoli e delatori, e con spregiudicatezza ,tentano di demolire ogni aspetto della pur complessa vicenda a favore della controparte indiana. Lo spazio ed il tempo diventano relativi, interpretabili, come le posizioni relative fra la Lexie ed il St. Antony, come il Diritto prevalente che non puo’ essere che quello penale indiano anche rispetto a quello Internazionale, come le versioni di azzeccagarbugli sull’immunita’ funzionale, spesso volutamente scambiata per impunita’, come le balzane e false perizie balistiche, e le concessioni ed emolumenti vari interpretati tutti come ammissioni di colpa. Infine, fra i piu’ delatori e detrattori dei diritti dei 2 fucilieri, emergono alcuni individui ‘’bufalari ideologici’’ pieni di livore e di crassa ignoranza che con subdola ideologia tentano di far prevalere delle strampalate opinioni, solo per il fatto che hanno vissuto la vicenda stando in India. Invero la ragione, vista da uno che vive in India, non ha maggior valore, ne’ autorizza stravolgimenti concettuali e interpretazioni del tutto partigiane; vivere una vicenda romana da Canicatti’, magari con pregiudizi e ignoranza non ha certo maggior valenza di chi la vive, con competenza ed onesta’ intellettuale da Londra o New York: chi vive nel Bengala a mille miglia da Kochi, e con la testa e la mente ancor piu’ lontani dalla ragione, non merita neppure la minima considerazione se privilegia la sola ‘meta-location’! Forse e’ l’effetto del nirvana che fa la differenza o dei troppi papaveri, del loro colore rosso vermiglio; cio’ li porta a sentenziare, a priori, che i 2 fucilieri sono assassini comuni sorvolando sui dubbi e soprusi indiani, che –per essi- sono sempre legittimi e logici! Cioè, già condannati senza processo da questi soloni da strapazzo, giustizionalisti della prim’ora che vorrebbero vederli all’ergastolo (o peggio) e marcire nelle carceri indiane. Questi -italo-indiani rancorosi, imbevuti di ideologia, ignoranti , antimilitari e sostanzialmente anti italiani,sono i peggiori nemici del nostro Stato. A nulla serve discutere con loro: l’invito caloroso e’ che stiano là a fare gli Indù e a meditare in terre lontane a loro più congeniali, per il bene di tutti! Fedeli solo alla manipolazione e mistificazione dei fatti, complice una stravagante fantasia dietrologica, cercano di affossare le tesi reali sostenute da veri ed obiettivi esperti del settore, come la fedele analisi e ricostruzione delle realtà fattuali condotta da veri professionisti (ing. Di Stefano). L’utilizzo disinvolto della disinformazione e della propaganda tenta di screditare le giuste tesi di seri professionisti, con una subdola campagna apparsa su un web ‘’China files’’ che attacca punto per punto la vicenda dei 2 fucilieri con ricostruzioni imprecise ed avventate, scagliandosi contro chiunque abbia opinioni e competenze divergenti rispetto ai loro dogmi. Non servono le prove, che non ci sono, ma sono sufficienti i ‘’loro’’indizi ben manipolati e usati come grimaldelli ideologici per confutare la predetta professionalità e gli approcci rigorosi nell’esame degli eventi; basta prendere una delle tre versioni dei fatti raccontata dall’equipaggio del St. Antony per far tornare i conti; basta far rollare il peschereccio perché le traiettorie dei colpi –sicuramente- sparati dai 2 fucilieri, vadano dal basso verso l’alto, anche se sparati da una ‘’coperta’’ alta più di 20 metri, pur se non torna proprio con la legge gravitazionale di Newton, ecc,ecc.: il verbo del Bengala è l’unica ‘’veritas’’, credeteci! E, allora, speriamo che quei signori continuino a vivere nella splendida cultura e democrazia indiana, fra le Tigri del Bengala; noi preferiamo il nostro tricolore, la nostra pur confusa democrazia e stare con i Leoni del San Marco! Al di là delle gravi derive populistiche create ad arte da codesti ‘’signori’’ che si spera non attecchiscano nelle Corti Indiane, comunque siamo ora tornati nelle mani di quella ‘’grande democrazia’’ e civiltà indiana a cui rivolgiamo, ancor più di prima, accorati appelli affinchè nel prossimo futuro, a loro discrezione, abbiano la compiacenza di riconoscere le norme del Diritto internazionale e della immunità funzionale dei 2 fucilieri: continuiamo a sperare e a seguire le bizze delle Corti! Intanto sono passati molti mesi in cui siamo stati al gioco, quasi un anno senza colpo ferire, subendo passivamente gli abusi e gli sberleffi indiani e zampettando senza nocchiero. Sembrava che sotto Natale avessimo la soluzione del caso a portata di mano , trasformando quella licenza straordinaria in una permanenza duratura in Italia,( che forse anche gli stessi indiani auspicavano per mettere fine a questa antipatica vicenda che incrina i rapporti internazionali…). Ma abbiamo sbagliato ancora una volta la mossa : abbiamo scelto l’etica della responsabilità di Ponzio Pilato e scartato quella di Machiavelli, e come nel gioco del Monopoli, siamo dovuti tornare al punto di partenza, se non peggio! Speriamo bene…!!
Giuseppe Lertora