cupolone-notturnoMentre in Vaticano fervono i preparativi per il conclave cardinalizio che porterà all’elezione del successore di Papa Benedetto XVI, in tutto il mondo i 117 porporati stanno già facendo i bagagli per raggiungere il pensionato ecclesiastico di Santa Marta dove verranno alloggiati per il conclave.

Esclusa la corsa alle stanze migliori che verranno assegnate attraverso un sorteggio, gli alloggi extra-accessoriati saranno comunque poco frequentati. Tutti i giorni i cardinali saranno trasportati per circa 700 metri in un pullman da Santa Marta fino alla Cappella Sistina dove saranno accolti su sedie di ciliegio intorno a dodici tavoli di legno grezzo coperti da un panno
beige e satin bordeaux: sei sul lato destro e sei sul sinistro, disposti su due file di diverso livello. Su un altro tavolo davanti all’ altare ci sarà l’ urna di legno grezzo e in un altro punto un tavolino con il Vangelo. I cardinali non cammineranno sul pavimento, ma su una struttura piana in legno coperta da un panno beige, alta 50-60 centimetri da terra ed in linea con il secondo gradino dell’ altare. Tutto legno lavorato dalla falegnameria e dal laboratorio di doratura della floreria, che arriva soprattutto dalle ditte del nord-Italia.
Pronto anche il sacchetto in velluto per ritirare le schede e i segnaposti con i nomi dei cardinali, che saranno dotati di penna, cartellina rossa d’ appoggio e una scheda per scrutinio. E per ripetere il secolare annuncio nella Cappella Sistina, aldilà del muro alle spalle delle votazioni sono già state posizionate le due stufe collegate nelle quali, una volta accese, verranno inseriti le schede e i candelotti per le fumate, in attesa di quella bianca.

Nella Capitale le misure di sicurezza ed accoglienza per lo straordinario afflusso turistico sono già state varate Il comando generale della Polizia Municipale ha previsto l’intensificazione dei controlli per tutelare i pellegrini e i turisti ed evitare l’aumento dei prezzi e delle eventuali truffe. Sarà il Gruppo di Sicurezza Sociale Urbana a evitare, come accaduto in passato, che una bottiglietta d’acqua possa essere venduta a cinque euro.

Di certo  non sarà il cardinale di New York Timothy Dolan  nel fare spese folli per acquistare il suo amato  burro di noccioline nella Capitale, visto che se ne porterà una scorta direttamente dagli Stati Uniti. Ma è altrettanto certo che non sarà la crema spalmabile di arachidi il tema delle conversazioni vaticane del porporato statunitense: proprio di oggi è sua la deposizione a porte chiuse come testimone per le vicende dei preti molestatori di Milwaukee.

Dolan è il secondo cardinale chiamato a deporre sulla crisi della pedofilia prima della partenza per Roma: l’altro è Roger Mahony che sarà ascoltato dopodomani a Los Angeles. Milwaukee, in seguito alla crisi degli abusi, è entrata in bancarotta: la deposizione di Dolan è legata alle azioni legali di risarcimento e il suo portavoce, Joseph Zwilling, ha confermato che il cardinale stesso aveva chiesto di essere ascoltato: ” Ha avuto l’ opportunità attesa da tempo di parlare della sua decisione di render pubblici i nomi dei preti molestatori – ha riferito Zwilling  – e su come rispondere alla tragedia dei passati abusi sessuali durante il periodo in cui é stato arcivescovo di  Milwaukee”.

Dal Nord America all’Africa, le criticità dei prelati attraversano il globo e dalla bocca del cardinale ghanese Peter Tukson, uno dei favoriti per succedere a Benedetto XVI, in una intervista rilasciata alla CNN escono dichiarazioni forti in cui assimila i pedofili agli omosessuali. Immediata è stata la reazione delle associazioni gay e delle vittime degli abusi da parti di preti pedofili e in Brasile, alcuni quotidiani e blog hanno ricordato le parole del cardinale ghanese sulla pena di morte contro i gay in Uganda.

Da parte dei credenti e non, in tutto il mondo è forte l’auspicio della venuta di uomini portatori di alti valori; l’ultima immagine che ricordiamo legata al pontificato di Papa Wojtyla è il vento e il suo  lento sfogliare le pagine del Libro Sacro poggiato sulla sua bara nuda, fino alla sua completa chiusura. Un rallenty che ancora oggi fa venire i brividi. Così come quel fulmine sulla cuspide di San Pietro nello scuro della sera dello scorso undici febbraio, a poche ore dall’annuncio delle dimissioni pontificie. Impossibile non pensare che siano segni del Divino. Impossibile non sperare che il Divino ponga la sua mano su un Uomo illuminato che dovrà avere la capacità umana e spirituale di traghettare l’intera Chiesa Cattolica in acque limpide e francescane.

Lavinia Macchiarini