barack_obamaE’ dalla Cina che proviene un terzo delle aggressioni cibernetiche mondiali ai computer dell’Occidente. Da tempo, si sa, le razzie degli hacker non hanno confini. Dalla diplomazia al commercio, dai segreti industriali a quelli militari è in atto da anni la più spregiudicata pirateria. A volte si tratta di bravate giovanili o di gesti ispirati a ideali di trasparenza globale, come nel caso di Wikileaks. Più spesso, specie in campo commerciale, sono gli Stati stessi a tollerare o incoraggiare questa prassi.
Ma ora il fenomeno raggiunge proporzioni inedite, al punto che alla Casa Bianca si studiano imminenti contromisure. Nei giorni scorsi due delle principali testate americane, il New York Times e il Wall Street Journal, erano state oggetto di violente incursioni da parte cinese per aver criticato la politica di Pechino.
Per aprile è prevista la pubblicazione dell’ultimo libro di Eric Schmidt, presidente di Google: The new Digital Age, e già trapelano importanti anticipazioni sul nuovo saggio. Schmidt sembra molto pessimista sul futuro, perché la scorrettezza della Repubblica Popolare non conosce limiti. Fino a ieri si limitava alla svalutazione selvaggia della moneta e all’esportazione di prodotti variamente contraffatti. Ma ora non è più sufficiente sequestrare alle frontiere ingenti partite di merci pericolose o prive dei regolari timbri, perché l’intrusione della superpotenza asiatica nei sistemi informatici arriva a colpire i più riservati dati strategici di aziende private, banche, istituzioni e forze armate, specie riguardo alle nuovissime tecnologie che si vorrebbero segrete: un’azione incessante di spionaggio e sabotaggio, tanto più subdola in quanto l’Occidente in materia di concorrenza commerciale è per lo più vincolato da legislazioni ispirate a correttezza e fair play.
Ora l’America si interroga : se davvero è guerra, e non c’è dubbio che lo sia, chi la deve decidere e gestire? A quanto trapela, la competenza in materia, finora riservata al Pentagono e ai servizi segreti, passerà direttamente nelle mani del Presidente. Esiste già una squadra di 900 esperti, che presto diventeranno più di quattromila.
Gian Luca Caffarena