Palermo, 25 mar. “`In questo processo, durato quasi cinque anni, e` emersa la piu` complessa storia dei rapporti tra lo Stato e la mafia tra gli anni Ottanta e Novanta. Una storiona cui una parte delle istituzioni, per un`inconfessabile ragione di Stato, ha cercato e ottenuto il dialogo con l`organizzazione mafiosa nel convincimento che quel dialogo fosse utile a fermare le manifestazioni piu` violente della criminalita` e a ristabilire l`ordine pubblico. Questo e` un processo drammatico in cui lo Stato processa se stesso“. Cosi` il pm Antonino Di Matteo ha iniziato la sua requisitoria nel processo a carico del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano nel 1995. “Le centinaia di interrogatori, le 70 udienze, decine di migliaia di pagine acquisite dimostrano un dato incontestabile – ha proseguito Di Matteo – le accuse mosse a Mario Mori e Mauro Obinu incrociano la piu` complessa storia dei rapporti tra lo Stato e la mafia negli anni Ottanta e Novanta, la storia di una politica vergognosamente insensibile, di una parte delle istituzioni che ha cercato e ottenuto il dialogo con l`organizzazione mafiosa, convincendosi che fosse utile ad arginare le azioni piu` violente e destabilizzanti della mafia”.
(Adnkronos)

