DISOCCUPATI_MEDICIDa Bruxelles, il presidente della Commissione UE, Josè Barroso continua a lanciare dichiarazioni che confermano una forte preoccupazione circa le conseguenze sociali della crisi. Infatti, nonostante il miglioramento delle condizioni sui mercati finanziari, non si è ancora innescata la ripresa nell’economia reale.

“Anche la disoccupazione ha raggiunto livelli senza precedenti in molti Stati e gli aggiustamenti di bilancio per ridurre il debito continuano a pesare pesantemente sulla crescita a breve termine”, scrive Barroso agli Stati membri. “L’attività economica del 2012 e le prospettive rimangono deboli, con il Pil dell’ eurozona a -0.3% nel 2013  ed è inconcepibile – ha sottolineato Barroso – che i Paesi con le performance migliori in termini di produttività producano il doppio di quelli più scarsi”.

Al Parlamento europeo arriva anche l’interrogazione del deputato Alfredo Antoniozzi. Prioritario, per l’esponente del Pdl, conoscere i dati sull’impatto che i finanziamenti proposti dal Consiglio avrebbero sull’occupazione giovanile nel Vecchio Continente. Infatti, dopo l’accordo politico raggiunto dal Consiglio dell’Unione Europa lo scorso febbraio nel quale, rispetto al 2012, è stato previsto una riduzione dell’8% del tetto massimo di spesa, alcune organizzazioni giovanili hanno segnalato che il taglio andrà a gravare sugli investimenti in aree di particolare interesse come ricerca, innovazione e formazione. Programmi come “Erasmus for All” o “Horizon 2020” rischiano di subire grossi tagli rispetto alla proposta originale della commissione che prevedeva un aumento del 70% dei fondi destinati all´istruzione. Per lo “Youth Guarantee”, il fondo dedicato alla creazione di nuovi posti di lavoro nei paesi con alto tasso di disoccupazione giovanile, sono stati destinati 6 miliardi di euro. Secondo l´Organizzazione Internazionale del Lavoro tuttavia, sarebbe necessario un investimento di circa 21 miliardi di euro affinché lo “Youth Guarantee” possa avere un impatto significativo sul mercato del lavoro giovanile. Se a questi dati si aggiunge una riduzione pari a circa 14 miliardi di euro degli stanziamenti destinati all´istruzione e alla ricerca rispetto alla proposta originale di Van Rompuy e la recente difficoltà dell´Unione Europea di rispettare le scadenze dei pagamenti, il rischio per i programmi destinati alla gioventù europea sembra ancora maggiore.  Antoniozzi non si ferma qui: è importante  sapere  – ribadisce l’europidiellino – anche quali saranno le misure che la Commissione intende intraprendere per far sì che gli investimenti dedicati ai giovani creino un’occupazione stabile di lungo periodo.

Sarà proprio questo il cuore del convegno che verrà presentato domani all’Università Ca’ Foscari di Venezia dal titolo “Investire nei giovani: se non ora quando?”, nel corso del quale sarà illustrato  il XV rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazione dei laureati, disastrosa in particolar modo per gli ingegneri.

Impressionante il numero di interviste fatte: oltre 400mila laureati post-riforma, di tutti i 64 atenei aderenti al Consorzio. Il Rapporto stilato evidenzia che nell’ ultimo anno si è registrato un ulteriore deterioramento delle performance occupazionali dei laureati. Deterioramento che si riscontra non solo tra i neo-laureati, i più deboli sul fronte occupazionale perché con minore esperienza, ma anche tra i colleghi laureatisi in tempi meno recenti. Fra il

2011 e il 2012 la disoccupazione dei laureati triennali é passata dal 19 al 23%. Dato in crescita anche fra i laureati specialistici, quelli con un percorso di studi più lungo, dal 20 al 21%, che diventa un +10% se si calcolano gli ultimi 5 anni e fra gli specialistici a ciclo unico, come i laureati in medicina, architettura, veterinaria e giurisprudenza. Le retribuzioni ad un anno dalla laurea superano di poco i 1.000 euro netti mensili.

Se si estende il confronto temporale all’ ultimo quadriennio, si nota che le retribuzioni reali sono diminuite del 16-18%. A cinque anni l’occupazione, indipendentemente dal tipo di laurea, è prossima al 90%. Anche per quanto riguarda la stabilità del lavoro e il guadagno, tra uno e cinque anni dal conseguimento del titolo si evidenzia un generale miglioramento.

Quelli che trovano più facilmente posto sono i laureati in medicina, economia-statistica e ingegneria. La paga più alta, a 5 anni dalla laurea, va agli ingegneri con una media di 1.748 euro.

Lavinia Macchiarini