grafeneL’Unione Europea ha stanziato un miliardo di euro per due ricerche sul grafene, un materiale monoatomico dello spessore di un singolo atomo.
Nello specifico, si tratta della Human Brain che ha come obiettivo la simulazione del completo funzionamento del cervello umano e la seconda ricerca riguarda lo studio delle proprietà di questo materiale. Quest’ultima viene effettuata dalla svedese Chambers University.
La scoperta del grafene valse il premio Nobel per la fisica nel 2010, ad Andre Geim e Konstantin Novoselov. Da quel momento iniziò una rivoluzione in campo scientifico.
Il grafene è attualmente studiato per essere impiegato nei più svariati settori: sembra inerte quindi ottimo per le applicazioni mediche; appare impermeabile a tutti i liquidi tranne all’acqua quindi utilizzabile come membrana per separare i materiali. Può essere impiegato nelle nanotecnologie per la costruzione di nanotubi e “robot” microscopici. In questo settore si sta studiando la sua funzione in un progetto di ricerca dell’Università di Manchester che renderebbe gli edifici “invisibili” ai terremoti.
Più conosciuta è forse l’importanza che può rivestire nell’innovazione di smartphone e tablet al punto da renderli sottili e pieghevoli come un foglio da riporre in tasca, tanto che le più note case produttrici di tecnologie alla portata di tutti, hanno già brevettato migliaia d’invenzioni.
In tutto questo movimento, l’UE non poteva rimanere con le mani in mano e oltre al copioso finanziamento, nel corso dell’anno verrà inaugurato un istituto di ricerca sul grafene a Manchester.

Aristide Capuzzo