corpo-forestaleRoma, 26 apr – “Settecento cani, ospitati in una struttura che ne avrebbe potuto contenere al massimo 200, in spazi angusti e con acqua non potabile. Queste le ragioni per cui è stato disposto ed eseguito il sequestro del canile di Carovigno (Brindisi), struttura in cui venivano ricoverati anche gli esemplari accalappiati nei comuni di Latiano, Ostuni, Torre Santa Susanna e San Michele Salentino. Denunciati i proprietari del canile per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura. L’operazione è stata condotta dal personale della Sezione di Polizia Giudiziaria del Corpo forestale dello Stato, in servizio presso la Procura di Brindisi, in seguito al provvedimento del Giudice per le indagini preliminari e su richiesta del Pubblico Ministero. Già nel mese di Ottobre 2012, nell’ambito di un sopralluogo effettuato dalla Forestale di concerto con il consulente tecnico nominato dalla Procura stessa, era stata riscontrata all’interno della struttura, suddivisa in canile rifugio e canile sanitario, la presenza di 693 animali nel rifugio, a fronte del limite massimo di 200 unità previsto dalla normativa di settore e di 194 cani nel reparto sanitario, a fronte di un limite massimo di 20. I cani, inoltre, secondo quanto accertato erano ospitati in spazi e zone che non rispettavano il criterio di superficie minima stabilito dalla normativa regionale e corrispondente a 6 metri quadri. La struttura non era dotata inoltre di idoneo approvvigionamento idrico per le loro necessità. L’acqua somministrata, infatti, proveniva da un pozzo artesiano e secondo le analisi effettuate dall’ARPA di Brindisi, presentava valori di cloruri e nitrati oltre il limite previsto dalla legge di settore e quindi non era potabile. Il custode giudiziario del canile, con l’onere di provvedere al trasferimento presso strutture adeguate dei cani in esubero, è il Sindaco di Carovigno”. Lo comunica il Corpo Forestale in una nota.

(AGENPARL)