staminaliMilano, 15 apr. E` il capostipite di una nuova classe di farmaci per il cancro alla prostata in fase avanzata. Non un chemioterapico, ma una molecola che mira dritto a un enzima, il CYP17, per impedire la produzione di testosterone – la `benzina` del tumore – nei testicoli, nelle ghiandole surrenali e anche nelle cellule tumorali, target non raggiunto dalla classica terapia ormonale. A oltre un anno e mezzo di distanza dall`approvazione europea, abiraterone acetato approda anche in Italia. L`ok dell`Ema, per il carcinoma prostatico resistente alla terapia ormonale classica in pazienti che hanno gia` ricevuto un trattamento chemioterapico, e` del settembre 2011. “Ci sono voluti quasi 2 anni, ma ora anche nel nostro Paese sarà  disponibile un farmaco innovativo, derivato dalla nostra ricerca – spiega durante un incontro a Milano il presidente e ad di Janssen Italia, Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria – E subiremmo ulteriori ritardi nell`accesso con il problema delle Regioni che per inserirlo nei loro prontuari a volte fanno passare anche 340 giorni. Questa volta non potrà succedere. perché questo farmaco e` stato considerato `innovativo` e il decreto salute firmato da Balduzzi prevede che le Regioni lo mettano automaticamente da subito a disposizione dei pazienti. Mi auguro, per i malati, che stanno aspettando da tempo, che sia davvero cosi`. Anche se noi abbiamo garantito finora l`accesso `anticipato` per 1.500 pazienti circa su un totale di circa 3 mila”. La molecola targata Janssen, spiegano oggi gli esperti, agisce direttamente sul processo di autoalimentazione del tumore e si e` dimostrata capace di prolungare la vita di questi pazienti e di migliorarne la qualita`. Sul farmaco e` stato condotto il piu` grande studio di fase III sul carcinoma della prostata: sono stati arruolati 1.195 pazienti con carcinoma prostatico avanzato in fase di progressione documentata, gia` trattati con chemioterapico (docetaxel) e sottoposti a terapia ormonale classica. I dati, pubblicati nel maggio 2011 sul New England Journal of Medicine e su Lancet Oncology nel settembre 2012, hanno dimostrato che “il trattamento con abiraterone acetato ha prodotto una riduzione di piu` del 25% del rischio di morte rispetto al gruppo di controllo; il vantaggio di sopravvivenza tra abiraterone e controllo e` stato del 40%, con una mediana di sopravvivenza globale rispettivamente di 15,8 mesi nel gruppo con abiraterone e 11,2 mesi in quello di controllo”.

(Adnkronos Salute)