“Ci sono le prove che in Siria siano state usate armi chimiche”. A dichiararlo è Barack Obama, durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, dopo i primi 100 giorni del secondo mandato. “Non sappiamo dove, ne come e neppure chi le abbia usate, ma abbiamo la certezza che sono state usate. Per poter agire diversamente, dobbiamo avere delle certezze.” Obama dunque dichiara quello che da giorni anche Gran Bretagna, Francia e Israele hanno denuciato rigaurdo all’uso di armamenti chimici.
Se dovessero arrivare prove certe che il Governo di Damasco utilizza il sarin contro la popolazione, il presidente americano fa sapere che “gia da tempo il Pentagono studia le giuste opzioni”, in quanto questo significherebbe aver superato quella linea rossa di demarcazione che gli Stati Uniti si erano prefissati, per evitare di essere direttamente coinvolti nel conflitto civile in Siria, memore anche dell’errore del suo predecessore Jorge W. Bush in Iraq ai tempi di Saddam Hussein. 
Un conflitto quello siriano, giocato tutto in casa tra l’esercito regolare fedele al Presidente Bashar al-Assad e l’esercito libero, che ha già causato oltre 70mila morti in poco più di due anni dall’inizio della rivolta nel marzo 2011.
Saranno importanti dunque i prossimi giorni, per capire effettivamente chi ha utilizzato le armi chimiche e per vedere se finalmente la comunità internazionale avrà il coraggio di affrontare questa crisi che mette a repentaglio tutto il Medio Oriente rendendolo sempre più instabile.

