Buenos Aires, 17 mag – E’ morto Jorge Rafael Videla nel carcere Marcos Paz, in provincia di Buenos Aires. Nato a Mercedes il 2 agosto 1925 Videla capeggiò il colpo di stato del 24 marzo 1976 con cui Isabelita fu sostituita da una giunta militare, formata da Leopoldo Galtieri in rappresentanza dell’esercito, dall’ammiraglio Emilio Eduardo Massera per la marina e dal generale Orlando Ramón Agosti per l’aviazione, dando inizio a quello che essi chiamarono Processo di Riorganizzazione Nazionale. il 29 marzo assunse la carica di Presidente. Collaboratori erano anche Acosta e Alfredo Astiz.
Con la sua dittatura ci fu la sospensione delle libertà civili e sindacali; decine di migliaia di persone, sospettate di appartenere ad organizzazioni studentesche, sindacali, politiche o che si ritenesse potessero svolgere una qualsiasi attività che interferisse con la politica marziale della Giunta furono arrestate, torturate e segretamente uccise, creando il fenomeno dei desaparecidos, letteralmente “persone fatte scomparire”.
Nel 1981, come risultato della tensioni tra le tre forze armate per la ripartizione del potere, Videla fu allontanato dal suo incarico e la presidenza fu assunta dal Capo di stato maggiore dell’esercito, Roberto Eduardo Viola. Due anni dopo il ritorno della democrazia in Argentina nel 1983, fu processato e dichiarato colpevole per l’omicidio e la sparizione di migliaia di cittadini (circa 30000) avvenuta durante la sua presidenza e condannato all’ergastolo. Videla tornò in prigione nel 1998 quando fu condannato per la sparizione di migliaia di persone durante la dittatura, e restò in carcere per 38 giorni prima di essere trasferito agli arresti domiciliari. Fu di nuovo processato nel 2003, su iniziativa del presidente Néstor Kirchner, che spinse per annullare la grazia: nel 2010 Videla si assunse le responsabilità di tutti i crimini commessi dal suo regime e fu nuovamente condannato all’ergastolo, mentre nel 2012 per altri reati fu condannato a cinquant’anni di detenzione.
(AGENPARL)