caronte-democratico-pdRoma, 10 mag – Alla vigilia dell’Assemblea che chiamerà il Partito Democratico a decidere del suo destino, si serrano le fila in via del Nazareno. La situazione ha poco di semplice e semplificarla servirebbe ancor meno. “Stiamo lavorando” ci dicono i dirigenti, ma di più non osano. Troppi sono i nomi usciti fuori e tante le alternative che il partito di Sant’Andrea delle Fratte si appresta ad affrontare. Una possibilità, che sembra la più quotata al momento, è quella di trovare, domani alla Fiera di Roma, un ‘traghettatore’, un Caronte democratico che guidi il Pd fino al congresso di ottobre, una figura autorevole che, se in grado di rimettere in sesto l’assise del partito, potrebbe poi in autunno non cadere come le foglie, ma venir rieletta a pieno titolo come segretario Pd. Sin da subito si è pensato a Nicola Zingaretti, l’uomo del Pd che ha fatto breccia tra la gente, popolare, e che ha brillantemente conquistato la guida della Regione Lazio. Ma il Governatore si tira indietro, il suo impegno di Presidente della Regione è troppo importante e delicato. Poi è spuntato il nome di Gianni Cuperlo, d’alemiano doc, “un riflessivo, uno studioso”, lo definiscono al Nazareno, “politicamente nuovo, ma non nuovo alla politica”. Bene, ma “sarebbe sprecato come ‘segretario a termine’ “. E se è il nuovo quello che serve, perché non puntare sul 34enne Roberto Speranza, neo capogruppo dei democratici alla Camera?. “Io sono innamorato del mio lavoro di capogruppo. La mia ambizione oggi è guidare il gruppo, non il partito”, lapidario Speranza esprime il suo ‘no, grazie’. “Da qui al Congresso – dice la deputata Pd, Alessandra Moretti, ex portavoce di Bersani durante le primarie – serve un segretario che sia autorevole come forza di garanzia. Al Pd serve un dibatto franco e trasparente. Un errore grave sarebbe ridurre tutta questa discussione ad una dialettica astratta tra nomi. È il progetto politico che va discusso e scelto. Il Pd nascerà davvero quando si lascerà alle spalle i rancori ereditato dal passato che hanno spaccato il partito nelle ultime settimane”. In molti, però, invocano la figura di un nuovo segretario, senza reggenze e senza tempo, “Penso che la cosa più saggia sarebbe eleggere un segretario che abbia l’autorevolezza e la forza per diventare da subito protagonista del dibattito pubblico”, afferma Nicola La Torre. Idea abbracciata anche da Ignazio Marino, candidato sindaco del centrosinistra alle prossime elezioni amministrative di Roma. E intanto Laura Puppato, che sin da subito ha espresso il suo “non entusiasmo” per questo Governo dalle larghe intese, sta raccogliendo le firma al suo documento che proporrà domani, “valutare i provvedimenti dell’esecutivo volta per volta”. Nessuna garanzia a pieno titolo. I giovani deputati, intanto, aprono ad “Occupy Pd”, quei giovani democratici ‘ribelli’, che sperano in un “congresso aperto, partecipato, vivo attraverso la discussione e non vittima del correntismo e di personalismi”. Sono i giovani democratici che nei giorni dell’elezione del Presidente della Repubblica non hanno bruciato le tessere, ma hanno simbolicamente occupato le sedi, le sezioni di partito “per discutere e offrire ascolto e solidarietà a chi oggi si sente deluso e tradito. Siamo noi il PD, e oggi più che mai c’è bisogno di noi”. Giovani deputati del Pd, come Fausto Raciti, Anna Ascani, Giuditta Pini, Laura Coccia, Chiara Gribaudo, Enzo Lattuca, Liliana Ventricelli, Valentina Paris, Tonino Moscatt, Magda Culotta, Lia Quartapelle, Miriam Cominelli, Veronica Tentori, Giulia Narduolo, Francesca Bonomo si sono detti felici di “accogliere l’invito ad un momento di incontro durante l’assemblea nazionale del PD dell’11 Maggio da parte dei ragazzi di #OccupyPD, così come ci confronteremo il giorno prima dell’assemblea al circolo Woody Allen di Roma con i tanti che hanno risposto positivamente al nostro invito. Una discussione che continuerà il 19 a Prato, sperando di poterla proseguire anche in futuro, per ricostruire il PD sulle idee e sulla politica. Ci saremo perché crediamo che #OccupyPD sia un interlocutore importante in questo passaggio in cui il PD va rifondato con un congresso in cui non si discuta solo del chi ma soprattutto del cosa, un congresso aperto e partecipato, su cui porre le basi di un partito che sia strumento di riscatto per la nostra generazione”. La speranza che porterà domani i democratici, ci dicono, alla Nuova Fiera di Roma è che “l’unità sia unità vera e no esigenza difensiva”.

 

(AGENPARL)